Si è appena concluso un importante progetto di conservazione della flora del Parco Nazionale del Pollino, in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia, che promuove da qualche anno una campagna di raccolta semi allo scopo di conservare specie alpine minacciate dai cambiamenti climatici.
Tale progetto è nato nel mese di Dicembre 2012 da una convenzione tra il Parco Nazionale del Pollino e l’Università degli Studi di Pavia, Dipartimento di Scienze della Terra e dell’Ambiente, ed ha avuto come obiettivo principale la tutela delle specie vegetali rare e vulnerabili della flora spontanea del territorio del Parco, mediante la raccolta dei loro semi e la loro “messa in sicurezza” per i prossimi decenni o secoli, grazie al deposito in “siti sicuri”, nelle banche dei semi.
«Un altro importante tassello – ha commentato il presidente del Parco, Domenico Pappaterra – che si va ad aggiungere ai tanti progetti avviati dall’Ente attraverso le sue competenze interne e la collaborazione delle Università. Un patrimonio scientifico, quello studiato, di incommensurabile valore che saprà comunicare al mondo degli esperti, ma anche agli appassionati e ai cittadini e visitatori, le innumerevoli qualità naturali del Pollino».
Il progetto Recenti modelli ed evidenze sperimentali mostrano come la tendenza del clima a cambiare, con innalzamenti di temperatura e diminuzione ed estremizzazione delle precipitazioni, minacci numerose specie della flora delle montagne del Mediterraneo, dove le stime più pessimistiche, prevedono l’estinzione di oltre il 60% delle specie attuali entro pochi decenni.
Proprio per questo, il progetto ha previsto: la raccolta in campo dei semi di almeno 40 specie, tra le quali il prezioso Pino loricato (Pinus leucodermis); la conservazione del germoplasma presso strutture specializzate (Università degli Studi di Pavia) e la realizzazione di duplicati inviati alla Banca Mondiale dei Semi (Millennium Seed Bank) presso i Royal Botanic Gardens di Kew (Londra – Gran Bretagna), la più importante struttura mondiale che si occupa di conservazione di piante spontanee.
Le attività sono state effettuate in stretto rapporto con i botanici dell’Università della Calabria (Cosenza) coinvolti nel progetto (Domenico Gargano, Liliana Bernardo).
L’attività di raccolta dei semi è stata effettuata dal 2012 al 2015.
Grazie a questo progetto sono state raccolte in tutto 70 specie diverse, tra cui il Pino loricato, moltissime specie erbacee di grande pregio e rarità, come le genziane, e anche alcuni Crop Wild Relatives (CWR), entità spontanee strettamente imparentate con le varietà coltivate, che ad oggi sono conservate presso la Millennium Seed Bank e presso la Banca dei semi di Pavia. Un esempio tra questi CWR è Aegilops, progenitore del frumento. Questa iniziativa ha consentito di mettere al sicuro parte della preziosa biodiversità vegetale selvatica presente nel Parco Nazionale del Pollino, garantendone una conservazione a lungo termine.
Questo piccolo “tesoretto” da, infatti, la possibilità di disporre in futuro di materiale che potrà essere propagato e reintrodotto in natura per rafforzare eventualmente le popolazioni maggiormente minacciate.
Inoltre, nel corso del 2015 sono stati raccolti anche i semi del Fagiolo Bianco di Rotonda e della Melanzana Rossa di Rotonda, due antiche varietà locali di interesse agronomico legate al territorio della Provincia di Potenza, all’interno dei confini del Parco Nazionale del Pollino (comuni di Rotonda, Viggianello, Castelluccio Superiore, Castelluccio Inferiore). Queste antiche cultivar locali, chiamate anche “Varietà da Conservazione” o landraces, rappresentano la memoria storica (cultura rurale, saperi popolari, pratiche locali) e la memoria biologica dell’agricoltura. Per questo motivo la loro conservazione ex situ a lungo termine nella Banca del germoplasma dell’Università di Pavia è molto importante ai fini della conservazione dell’agro-biodiversità tradizionale del Parco Nazionale del Pollino e rappresenta un valido supporto alla loro sopravvivenza per il futuro.
Questo deposito di sicurezza resterà per decenni a disposizione del Parco Nazionale del Pollino, che potrà usufruire in qualsiasi momento dei semi custoditi presso la Banca dei Semi di Pavia e Londra.
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