Non c’é più il rischio di reiterazione del reato – dato che sono stati trasferiti altrove dall’azienda – e per questo la Cassazione ha annullato gli arresti domiciliari per Roberto Pasi, ex responsabile dell’ufficio di Potenza della Total, e per il suo collaboratore Roberto Francini.

 La misura cautelare era stata emessa per Pasi e Francini – lo scorso 25 febbraio – nell’ambito dell’inchiesta condotta dal pm di Potenza Henry John Woodcock su un presunto giro di tangenti nel progetto ‘Tempa Rossa’ per l’appalto dello sfruttamento di giacimenti petroliferi in Val d’Agri. Accogliendo il ricorso dei difensori di Pasi e Francini – avvocati Maurizio Bellacossa e Paola Severino – la Cassazione (sentenza 32854, depositata il 12 agosto) sottolinea che mancavano i presupposti per mantenere le misure cautelari dal momento che l’amministratore delegato della Total Italia, Lionel Levha, coindagato, estromesso dall’azienda, era tornato in libertà. Sarebbe "contraddittorio", spiega la Cassazione, "non estendere un simile provvedimento liberatorio a Pasi e Francini, non solo perché rivestivano cariche inferiori a quelle del Levha, ma soprattutto perché la condotta loro contestata appare tutta connessa, funzionalmente, burocraticamente e territorialmente, agli appalti in Val d’Agri. sicché, una volta estromessi da qualsiasi incarico nell’ambito di ‘Tempa Rossa’, non si vede su quali concrete basi possa essere individuato un pericolo di reiterazione criminosa". Francini è stato trasferito alla raffineria Total di Roma, Pasi è passato alla direzione raffinazione e marketing di Milano.
 

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