“Una grave violazione della proprietà privata” cosi’  la direzione della “Mahle”  definisce il presidio davanti allo stabilimento chiuso lo scorso febbraio.  i lavoratori intendono vigilare affinché non vengano trasferiti gli impianti e  ostacolate le trattative con le società interessate a rilevare l’intero stabilimento e ricollocare i 106 lavoratori attualmente in cassintegrazione. la direzione minaccia ritorsioni

 

Si inasprisce la vertenza Mahle, la fabbrica potentina che produceva pistoni per motori, chiusa all’inizio dell’anno. I lavoratori sono tornati a presidiare i cancelli dello stabilimento nel timore che una squadra arrivata da Torino volesse avviare la smobilitazione e il trasferimento degli impianti. Fim, Fiom e Uilm denunciano “il grave comportamento della Direzione Mahle, che celerebbe l’ intenzione di trasferire gli impianti, contravvenendo agli impegni assunti in Regione con l’accordo per la reindustrializzazione, firmato il 7 aprile scorso, accordo che prevedeva la messa a disposizione dello stabilimento a nuovi imprenditori, interessati a riavviarlo e ricollocare i 106 lavoratori attualmente in cassintegrazione.
Le speranze dei lavoratori sono riposte nelle nuove società (trattative sono in corso con il gruppo cinese Taihe), ma l’arrivo della squadra da Torino, a cui i lavoratori hanno impedito l’accesso allo stabilimento, ha fatto precipitare la situazione.
In una lettera recapitata a Regione, Sindacati e Confindustria, la Direzione della Mahle afferma che la squadra ha solo il compito di mettere in sicurezza gli impianti e movimentare il magazzino e ribadisce che nessun trasferimento è previsto per le prossime 3 settimane,seppur questa eventualità sia contemplata dall’accordo. Quanto al presidio, la direzione della Mahle lo definisce “una grave violazione della proprietà privata” e minaccia di far marcia indietro sugli accordi.
Ma i lavoratori non mollano, restano in assemblea permanente davanti allo stabilimento e chiedono l’intervento della Regione.

 

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