E’ritornato a casa dopo una settimana dall’intervento il paziente di 68 anni a cui è stato asportato radicalmente un tumore alla prostata con una tecnica laparoscopica particolarmente avanzata, che riduce drasticamente l’invasività e i problemi di degenza. L’intervento effettuato dal dott. Lorusso dell’Unità operativa complessa di urologia del san Carlo di Potenza, diretta dal dott. Muscillo, è durato 4 ore e non ha lasciato alcuna cicatrice: la prostata estratta è stata messa in un apposito sacchetto dal foro centrale dove era posizionato il laparoscopio.
“E’ dal 1999 – spiega il direttore Muscillo – che la laparoscopia è entrata a far parte delle metodiche interventistiche urologiche nel San Carlo. Oggi molti interventi urologici possono essere eseguiti per via laparoscopica. La mininvasività (minore danno tissutale), la riduzione dei tempi di ospedalizzazione, la più veloce ripresa dell’attività lavorativa insieme al miglioramento della strumentazione rendono questa procedura sempre più attuale e futuribile”.
“Ho eseguito una piccola incisione al di sotto dell’ombelico – così il dottor Lorusso descrive l’intervento – scollando lo spazio al davanti del peritoneo dove è posta la prostata. Dal foro centrale ho posizionato il laparoscopio con la telecamera. Ho posizionato quindi altri 3 piccoli trocar attraverso i quali introdurre gli strumenti (forbici, pinze, aghi, portagli etc) che pemettono l’operazione. Durante l’intervento sono stati usati strumenti miniaturizzati del calibro di 5 mm, tra questi un particolare bisturi che permette il coagulo ed il taglio delle strutture in un unico tempo”.
“L’ingrandimento dell’immagine – prosegue il dottor Lorusso – permette di essere molto precisi nella dissezione. Si inizia con l’isolare la prostata, prima lateralmente e poi separandola dalla vescica. Si identificano e si liberano le vescicole seminali e si separa la prostata dal retto. Si sezionano i peduncoli prostatici. Nel caso in cui sia oncologicamente possibile si esegue una tecnica di risparmio del nervo. Si seziona quindi l’uretra dopo aver dato un punto di emostasi sul plesso venoso del Santorini. Si rimuove il pezzo anatomico all’interno di un sacchetto di plastica che viene estratto dal foro centrale”.
“Il dolore post operatorio – conclude Lorusso – è praticamente assente e comunque facilmente controllabile con un blando analgesico. L’alimentazione viene ripresa il giorno dopo l’intervento. Ci si alza da soli il giorno dopo l’intervento. La dimissione può già avvenire nella terza giornata. Il catetere viene rimosso alla sesta giornata. Le normali attività lavorative possono essere riprese in due settimane”.
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