Il presidente del Potenza (Prima divisione girone B) Giuseppe Postiglione e altre otto persone (tra cui dirigenti sportivi ed «esponenti della criminalità organizzata») sono state arrestate dai carabinieri nell’ambito di una inchiesta con capi di accusa che vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva a giri di scommesse illecite e altri gravi reati. Una delle persone arrestate viene considerata esponente di rilievo della criminalità organizzata. Nel mirino dell’inchiesta ci sarebbe una partita del campionato di B del 2007 e almeno 7 gare del girone B di Prima divisione.
L’arresto di Giuseppe Postiglione – presidente del Potenza (Prima divisione, girone B) – eseguito stamani, all’alba, dai Carabinieri, ha interrotto una parabola che per l’imprenditore e dirigente sportivo era cominciata il 16 giugno 2006, quando Postiglione divenne nuovo proprietario della società all’eta di 24 anni, diventando il «patron» più giovane del calcio italiano. Postiglione – proprietario di un gruppo editoriale che controlla diverse emittenti radiofoniche e televisive locali – conquistò la guida del Potenza quando la squadra partecipava al campionato di Serie C2, girone C. Un anno dopo, Postiglione celebrò il suo successo maggiore: la conquista della C1, campionato a cui il Potenza aveva partecipato 15 anni prima, nella stagione 1991-1992, senza più riuscire ad esservi promosso. Nella finalissima play-off, il Potenza superò il Benevento (1-0 all’andata e 1-1 al ritorno).
Postiglione, il tecnico Pasquale Arleo e i giocatori furono accolti trionfalmente al ritorno a Potenza. A Postiglione si deve anche il primo vero «terzo tempo» del calcio italiano: il 12 dicembre 2007, dopo Potenza-Sambenedettese. Poi, qualcosa nel rapporto fra Postiglione e la tifoseria ha cominciato a non funzionare più bene. Ieri – durante Potenza-Rimini (2-1) – Postiglione è stato contestato dagli ultras e applaudito dal resto dello stadio. Sabato, il presidente aveva risposto duramente «a chi sostiene “Postiglione vattene”: Pensate prima voi dove dovete andare e poi si pensa dove devo andare io!». Così ha scritto il patron della società in una nota, con una frase che, letta oggi, con lui in carcere, ha un sapore amarissimo.
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