Da ieri a Maschito, paese del vulture-melfese, niente più messe a causa dell’interdizione decretata dal Vescovo dopo i dissapori di domenica scorsa coi fedeli durante la Festa del Patrono Sant’Elia. Il paese è ora spaccato in due. 

 

 

Purificare la processione impedendo il culto pagano del dio denaro: a questo scopo il Vescovo di Melfi Sua Eccellenza Gianfranco Todisco, aveva concordato col Comitato Festa di Sant’Elia che, in occasione della Festa patronale, non si praticasse la secolare tradizione locale di attaccare banconote alla Statua del Santo. Domenica scorsa però, giorno della festa, l’accordo è stato disatteso dal comitato che,temendo di non riuscire a coprire le spese per la festa, ha preferito non rinunciare alle offerte. Calpestando l’accordo e “rotta la Comunione col Vescovo”, sua Eccellenza si è ritirato in chiesa aspettando ha aspettato in preghiera che la processione terminasse. Ieri però, il Vescovo ha decretato l’interdizione del paese e la sospensione di ogni funzione religiosa: niente più messa, dunque, permesse solo comunione ai malati, unzione degli infermi e rito funebre fino  a quando non ci sarà il pentimento e non si chiederà perdono.I fedeli sono ora divisi a metà e tra sacro e profano, fede e tradizione: c’è chi si schiera col vescovo dichiarandosi addolorato per l’accaduto, e chi invece fermamente gli si oppone, perchè vuole conservare la secolare tradizione. In un paese in pieno subbuglio, al Sindaco l’oneroso compito di mediare tra le due fazioni.

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