Un vecchio detto recita: le bugie hanno le gambe corte. E corte davvero sono le gambe degli innumerevoli comunicati stampa attraverso i quali l’assessore Agatino Mancusi ha di volta in volta provato a negare l’evidenza. Il Pertusillo è malato. Lo splendido “Lago di Pietra” incastonato nel cuore della più bella valle lucana, ormai dominio incontrastato delle multinazionali dell’oro nero, da anni viene violentato dal cattivo funzionamento della rete di depurazione, dall’impatto delle attività estrattive, da scarichi inquinanti civili, industriali e agricoli.
Purtroppo l’evidenza non basta, e ad ogni moria di pesci assistiamo al maldestro tentativo di attribuire l’inquinamento ad un’unica causa. Questa volta tocca agli scarichi civili.
Troppo comodo e troppo facile. La verità è che il disastro a cui assistiamo oggi era preannunciato a chiare lettere perfino in una relazione redatta dalla Metapontum Agrobios tra il 2005 e il 2007. A pagina 65 di un documento Metapontum, redatto nel 2005 e intitolato “rete di monitoraggio ambientale nelle aree a rischio di inquinamento da idrocarburi”, è infatti dato leggere: “valutando il percorso del fiume Agri, dalla sorgente, alla zona intermedia, sino alla confluenza nel Pertusillo e i suoi affluenti è evidente come il fiume durante il percorso verso la diga peggiori in due stazioni di rilevamento: nei pressi di Villa d’Agri, per l’immissione di carico organico e a livello della confluenza nella diga, per l’apporto delle acque del canale di depurazione. I siti V07(canale depuratore), V10(Agri sotto Villa d’Agri) e V16(Valle Area industriale Guardia Perticara) risultano molto inquinati o alterati”.
A pagina 75 della sopra citata relazione intermedia, la stessa Metapontum parla di “concentrazioni analitiche mediamente superiori nei siti V04(Agri confluenza Pertusillo), V07(canale depuratore zona industriale, V08(Alli confluenza nell’Agri), Va10(Agri sotto Villa d’Agri) e nei siti industriali(V16 e V17) a valle della diga del Pertusillo. I tecnici dell’Agrobios scrivono che la situazione è da attribuirsi alla “presenza di zone di immissione laterale al fiume Agri di carichi inquinanti agricoli, civili e industriali”.
Nella relazione finale redatta nel 2007, la Metapontum parla di stati di stress del sistema evidenziati anche dai test ecotossicologici.
A pagina 63 della sopra citata relazione finale, laddove si riferisce dei risultati relativi ad un’ indagine basata sulla metodologia IBE(Indice Biotico Esteso), emerge che le acque analizzate nel gennaio del 2006 rientrano tutte in classe II o III, ciòè risultano tutte moderatamente inquinate o inquinate. Particolare curioso, alla voce Diga del Pertusillo per ben due volte appare la scritta N.P. Scopo dell’indice Biotico Esteso è quello di formulare diagnosi della qualità di ambienti di acque sulla base delle modificazioni rilevate nella composizione della comunità di macrovertebrati, indotte da fattori di inquinamento delle acque e dei sedimenti o da significative alterazioni fisiche dell’alveo bagnato. Nella stessa relazione si parla di crescita dell’alga Selenastrum capricornutum “nei siti in cui sono state riscontrate concentrazioni di micro e macro inquinanti mediamente superiori”. Insomma, l’inquinamento del Pertusillo esploso nel maggio 2010, con la moria di pesci e il cambio di colorazione del lago, affonda le sue radici in anni di attacchi susseguitisi senza che ci fosse un concreto intervento volto a rimuovere le cause. Scarichi civili, industriali e agricoli come scrive l’Agrobios. La verità è che sulla vicenda Pertusillo, il maldestro Mancusi e i suoi sodali finiscono per assomigliare ogni giorno di più a quegli storici revisionisti che amano discettare del numero di ebrei morti nei campi di concentramento. Una volta si tenta di buttare la croce addosso ai soli agricoltori, la volta successiva si parla solo di scarichi civili. Il consueto gioco delle tre carte.
Si prenda atto una volta per tutte che la ormai ciclica moria di pesci che si materializza nel Pertusillo difficilmente può essere attribuita ad una sola causa scatenante.
Scelte che portano ad autorizzare nuove trivellazioni in prossimità di invasi e sorgenti, di certo non contribuiranno a migliorare la qualità delle acque.
I mali del Pertusillo vengono da lontano
Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
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