bolognetti-pia-prefL’unica solidarietà che ci sentiamo di esprimere in queste ore, è rivolta a quei Pm che, malgrado tutto, nonostante tutto, a Potenza come a Catanzaro, cercano di svolgere con serietà il loro lavoro di inquirenti. Dichiarazione di Maurizio Bolognetti; Segretario radicali Lucani Senza timore di apparire forcaioli o poco garantisti, occorre esprimere con chiarezza il nostro sostegno a quei magistrati che, attraverso un certosino lavoro investigativo, stanno finalmente portando alla luce e all’attenzione dei cittadini la triste e bipartizan realtà del finanziamento illecito dei partiti. Realtà bipartizan che, come già avvenuto per tangentopoli, non vede la presenza e la partecipazione dei radicali. Radicali che hanno trascorso gli ultimi decenni a denunciare i guasti prodotti da un regime partitocratrico, incapace di autoriformarsi e produttore, in quantità industriale, di corruzione e degrado della vita politica istituzionale ed economica di questo Paese. Il caso Italia è anche questo: il caso di un Paese in cui occorre parlare non di costi della politica, ma di costi dell’antipolitica e dell’antidemocrazia. L’antipolitica e l’antidemocrazia, frutti del regime con le sue gambe di centrodestra e di centrosinistra. Laddove, per mutuare una espressione di Marco Pannella, noi altri abbiamo preferito “I buoni a nulla”, per garantire l’alternanza, ai “Capaci di tutto”, nella prospettiva di poter far scoccare la scintilla delle riforme e dunque un’alternativa al regime e alle sue “cosche”. Corleonesi e Palermitani, appunto, che a volte si incontrano per spartirsi il bottino, altre volte si scontrano in nome del bottino e, come pirati, vanno all’assalto della ricca torta dei finanziamenti pubblici, dilapidando miliardi di euro. palazzo-di-giustizia1Molto spesso, però, come i ladri di Pisa litigano di giorno per poi accordarsi di notte. Ripeto, in base a quanto affermato dalla stessa Unione Europea, quella dei fondi Ue è stata una grande occasione mancata. Infatti, è la stessa Unione che afferma che i Fondi comunitari 1994-2006, piovuti sulle regioni meridionali, sono stati gestiti con un bassissimo livello d’efficienza da parte della pubblica amministrazione nazionale, regionale e locale. Ottantuno miliardi di euro, pari a 164mila miliardi di lire, questo l’ammontare complessivo dei denari che avrebbero dovuto favorire lo sviluppo e la crescita del nostro Mezzogiorno. Appunto, “avrebbero”, perché anche i sassi in Basilicata, come in Calabria, sanno che non è stato così e che spesso i soldi sono stati gestiti dagli “amici degli amici”. Alla luce delle inchieste condotte dal Dr. De Magistris, forse iniziamo a capire che parte del fallimento della spesa pubblica dei fondi Ue, è da addebitarsi a consorterie e comitati d’affari. Siamo certi, ahimè, che questa inchiesta abbia scoperto solo la punta dell’iceberg. Nulla di nuovo sotto il sole degli inciuci partitocratrici. L’unica solidarietà che ci sentiamo di esprimere in queste ore, è rivolta a quei Pm che, malgrado tutto, nonostante tutto, a Potenza come a Catanzaro, cercano di svolgere con serietà il loro lavoro di inquirenti. Solidarietà a quei Pm che, nonostante i veleni e i continui tentativi di delegittimazione, fanno il lavoro per cui sono pagati, utilizzando le intercettazioni come uno dei mezzi utili per l’acquisizione delle prove. Il vero problema non sono i De Magistris e i Woodcock, ma coloro che hanno dimenticato il lavoro per cui sono pagati e preferiscono dedicarsi ad altro. Alla politica, e non alla Partitocrazia, il compito di saper intervenire per cambiare le cose e per approvare riforme non più rinviabili. Un’ultima cosa, tornando alla mia Basilicata, a chi come il consigliere regionale Egidio Digilio oggi propone la costituzione di una Commissione d’inchiesta sull’utilizzo dei finanziamenti Ue, suggerisco, nel caso in cui dovesse costituirsi, di operare per farla funzionare meglio della defunta commissione d’inchiesta sul petrolio in Val d’Agri. L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un inutile Presidente di Commissione.

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