Il Rapporto Annuale 2006 Istat presentato nei giorni scorsi a Roma ci restituisce una fotografia dell’Italia in bianco e nero: forte invecchiamento della popolazione, basso tasso di occupazione, aumento delle condizioni di disagio e di povertà delle famiglie. Una famiglia su dieci è povera e le condizioni sono ancora più gravi al Sud: il 5% delle persone intervistate ha dichiarato addirittura di non poter permettersi un'alimentazione adeguata e per migliaia di famiglie la pensione sociale costituisce l’unica fonte di reddito. Tra l’altro, le indagini svolte evidenziano una forte ripresa del movimento migratorio, soprattutto intellettuale e giovanile. Ma c’è sud e sud: la percentuale di famiglie povere in Basilicata, pari al 24,5%, è di gran lunga lontana rispetto a quella dell’Abruzzo, pari all’11,8%. Il centro sinistra lucano, alla guida da sempre della nostra regione, in linea con i suoi esponenti nazionali, parla strumentalmente, di miglioramenti economici, di una ripresa, sia pure debole e in ritardo, di nuove prospettive per la nostra regione. Altro, di certo, non potrebbe affermare! Le conclusioni che, invece, Alleanza Nazionale trae da questo “ritratto in nero” della Basilicata sono fin troppo ovvie: è necessario intervenire urgentemente sul mercato del lavoro con misure estranee alla logica dell’assistenzialismo, facendo in modo che le stesse imprese siano certe nei loro investimenti; bisogna dare maggiore attenzione alle famiglie e alle persone che si trovano o sono prossime a trovarsi in situazioni di disagio, bisogna mettere la nostra regione in condizione di essere più competitiva, incentivando il livello infrastrutturale, bisogna migliorare la qualità della vita dei cittadini, evitando lo spreco continuo delle risorse. Scelte che sino ad oggi, volutamente, chi ci governa da anni non ha mai voluto effettuare, portando la Basilicata all’attuale livello di povertà. La Basilicata, è noto, ha un’enorme percentuale di risorse umane e naturali ed ha lo stanziamento complessivo pro capite più elevato rispetto alle altre regioni a statuto ordinario: per ogni cittadino lucano si spendono, all’anno, 6.044 euro. Senza contare le royalties derivanti dall’attività estrattiva nella Val d’Agri. Come si può essere ancora tanto poveri?
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