Basilicata: “Ho ordinato un paio di bandiere dello Stato Pontificio” VIA IL CAV DAL SAN CARLO Sabato mattina(ore 10.30), Sit-In e Conferenza stampa davanti all’ingresso principale del San Carlo. Dichiarazione di Maurizio Bolognetti, Segretario Radicali Lucani e Consigliere dell’Associazione Coscioni La lettura della Convenzione, ormai in vigore da sette anni, tra l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza e il “Centro di Aiuto alla Vita”, alias CAV, è a dir poco inquietante. Convenzione che, come confermatoci dal direttore Generale del San Carlo, Dr. Cannizzaro, sta per essere rinnovata proprio in queste ore, sia pur “con qualche paletto”. Paletti che faranno presto ad essere divelti, se, come sembra, dovesse passare in Consiglio regionale una proposta di legge, volta a garantire la presenza del Cav e affini in consultori e forse anche in tutti gli ospedali lucani. “Troppa grazia”, verrebbe da dire; visto il contesto è forse pleonastico consegnare “le chiavi della città” a lor signori. Leggendo nel dettaglio la Convenzione, ci chiediamo: è accettabile che l’Azienda Ospedaliera San Carlo abbia autorizzato la presenza “nei giorni previsti per la prenotazione e l’espletamento dell’iter per l’intervento di IVG, di operatori del Centro di Aiuto alla Vita”? E’ accettabile l’aver consentito, in base alla suddetta Convenzione, che il Cav possa effettuare pubblicità presso le Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia e relativi ambulatori? Incredibile ma vero, nella Convenzione leggiamo che L’Azienda ospedaliera darà informazione alle gestanti, attraverso il personale delle Unità Operative di Ostetricia e Ginecologia e dell’ambulatorio, dell’esistenza e delle attività del “Centro di Aiuto alla vita” E ancora, leggiamo nella stessa Convenzione, che l’Azienda Ospedaliera San Carlo collaborerà con il “Centro di Aiuto alla Vita” per attività di carattere generale che l’Azienda intenda svolgere nelle materie oggetto della presente convenzione.” Ma stiamo parlando di un Ospedale Pubblico o di una succursale dello Stato Pontificio? A nostro avviso è inaccettabile che il Cav operi all’interno del San Carlo. E’ del resto evidente, che, grazie a questa Convenzione, ci sia stata e continui ad esserci una palese violazione del diritto alla privacy delle donne che intendono abortire. Il Cav ha tutto il diritto di svolgere la sua missione antiaborista, ma non può farlo all’interno di un ospedale pubblico, con i suoi militanti che esercitano una indecente e violenta pressione su donne che già vivono un momento difficile della loro vita. I signori medici del San Carlo, più che consigliare, così come avviene, un incontro con gli zuavi pontifici del Cav, potrebbero più convenientemente suggerire l’indirizzo del più vicino consultorio. La sopra citata Convenzione rappresenta una palese violazione della legge 194, e pertanto nelle prossime ore valuteremo la possibilità di presentare un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica di Potenza. Gioverà sottolineare, che la legge 194 prevede che le uniche entità preposte a garantire gli accertamenti medici, ad informare, ed aiutare a superare le cause che possono indurre la donna all'interruzione di gravidanza, siano i consultori familiari e le strutture socio-sanitarie pubbliche. Insomma, di fronte a questo quadro, a dir poco sconfortante, c’è da meravigliarsi per il fatto che oltre il 50% delle donne lucane decida di abortire fuori regione? E già, perché nel 2004 sono state 615 le IVG praticate in Basilicata, ma sono state ben 1239 le donne lucane che hanno abortito(sono escluse dal calcolo le donne straniere); dunque, ben 624 donne residenti in Basilicata(oltre il 50% del totale) hanno abortito in altre Regioni. La percentuale che ne deriva(101,46%), rappresenta un record italiano senza concorrenti(al secondo posto il Veneto con il 12,27%). Che dire: tra convenzioni, pentimenti e improvvise folgorazioni sulla via di Damasco, l’unica certezza è la non applicazione della legge 194 in Basilicata. E visto il contesto, c’è da stupirsi se negli ultimi anni la nostra iniziativa politica su Ru486/informazione sessuale e contraccettiva/applicazione della 194, si sia scontrata contro un muro? Noi altri, che continuiamo a batterci affinché in questo nostro Paese e in questa nostra regione ci sia più informazione sessuale e contraccettiva, abbiamo, allo stato dell’arte, una sola certezza: mentre per comodità e convenienza larga parte della sinistra lucana abbozza su tutto, le truppe pontificie hanno proceduto all’occupazione manu militari dell’Ospedale San Carlo e non solo di quello. Nel preannunciare che sabato mattina terremo un sit-in e una conferenza stampa davanti all’ingresso principale dell’ospedale San Carlo, riteniamo di dover rivolgere sin d’ora un appello al direttore generale Dr. Cannizzaro, affinché faccia tutto quanto è in suo potere per interrompere la “collaborazione” tra il Cav e l’ Azienda Ospedaliera San Carlo. Conoscendo la sensibilità del Dr. Cannizzaro, siamo certi che egli saprà prestare l’attenzione dovuta alle nostre argomentazioni. Nelle prossime ore, l’On. Donatella Poretti(RNP) presenterà una interrogazione su quello che, a ragion veduta, possiamo definire il “Caso San Carlo”. Dimenticavo…nel corso della manifestazione, che, come detto, terremo davanti all’ingresso principale del San Carlo nella mattinata di sabato(ore 10.30), sarà nostra cura far sventolare fuori alla più grande struttura sanitaria lucana, l’unica bandiera che in questo momento è possibile ivi esporre, e cioè quella dello Stato Città del Vaticano. Sabato mattina parleremo certo della Convenzione con il Cav, ma anche dei rapporti tra San Carlo e Università Cattolica, e perché no, l’occasione sarà propizia per porre ai vertici dell’ Ospedale potentino anche altre domande.
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