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Un tronco di pino loricato è stato bruciato da ignoti ai Piani di Pollino, una delle più suggestive località del Parco Nazionale del Pollino a quasi 2000 metri di altitudine.

La scoperta l’ha fatta, nei giorni scorsi, un gruppetto di escursionisti giunti sul luogo a piedi dopo un’intensa ascesa lungo l’impervio sentiero che parte da Colle Impiso. Il posto, infatti, non è facilmente accessibile ed è vietato a moto e autoveicoli, se non autorizzati. Giunti ai Piani, i pino_loricato_bruciato_1trekker hanno visto un intensa colonna di fumo levarsi nei pressi di Serra delle Ciavole: lì hanno trovato un tronco di pino loricato a terra, lungo circa 8 metri, che stava bruciando. Alla triste e vergognosa visione si è subito aggiunto il timore che il fuoco potesse investire anche il vicino albero ancora non raggiunto dalle fiamme. Così il loro intervento ha impedito che le fiamme si propagassero. I visitatori hanno anche informato immediatamente il 1515 del Corpo Forestale dello Stato che sta indagando su quanto accaduto. La lettura dell’inaudito gesto da parte dell’Ente Parco Appare chiaro che chi ha agito lo ha fatto per colpire simbolicamente: il pino loricato, già duramente attaccato all’atto dell’istituzione dell’Ente Parco con l’incendio del famoso “zi Peppe”, sempre ai Piani di Pollino è, infatti, l’emblema del Parco. A dimostrazione della chiara intenzione di voler inviare un messaggio contro il Parco un accendino faceva bella mostra di sé nelle immediate vicinanze del rogo. “Ogni commento è superfluo – dichiara il Presidente del Parco, Domenico Pappaterra. La gravità del gesto, sconsiderato e inutile, vergognoso e criminale, si evince da sola. E’ quanto mai chiaro, adesso, che il rilancio del Parco, che stiamo tentando di effettuare con la condivisione di tutte le Istituzioni e delle popolazioni per anni tradite dalle aspettative mai realizzate, dà fastidio a qualcuno. Nel condannare l’incendio dei tronchi verificatosi ai Piani, ennesimo e spero conclusivo atto di una stagione che ci ha visto ‘vittime’, nostro malgrado, sono sempre più convinto – conclude Pappaterra – che sia necessario alzare un muro contro chi vuole destabilizzare il significato dei Parchi, che i cittadini iniziano a percepire anche grazie all’indiscriminato attacco perpetrato ai danni della natura, esaltata dalla necessità non più procrastinabile di affrontare in maniera adeguata i cambiamenti climatici in corso”.

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