Giorni fa la Procura di Matera ha disposto una serie di perquisizioni a carico del capitano dei Carabinieri di Policoro, Pasquale Zacheo, e dei giornalisti, Carlo Vulpio, del Corriere della Sera, Gianloreto Carbone di Chi l'ha visto? e Nicola Picenna di Il Resto di Matera, accusati, su esposto denuncia del senatore Nicola Buccico, di "associazione a delinquere per diffamazione a mezzo stampa".
Senza entrare nel merito della vicenda, oltre ad evidenziare un capo di accusa forse più unico che raro nel panorama giudiziario italiano, registriamo il paradosso di una procura che indaga lo stretto collaboratore di un magistrato, Luigi De Magistris, che da tempo a sua volta sta indagando su alcuni esponenti della procura materana, sullo stesso Buccico e su altri autorevoli personaggi della regione. È l’ennesimo fatto “strano” che accanto a tante altre “coincidenze” e ad altri episodi altrettanto “paradossali” ormai da tempo sta caratterizzando la storia della Basilicata. Alla luce di ciò riteniamo quantomai evidente come in questa nostra regione ci sia un enorme spazio oscuro del quale difficilmente riusciamo ad avere contezza e che nello stesso tempo ci preoccupa e ci inquieta perché lo riteniamo capace di una vera e propria sospensione di democrazia nella società lucana. Per questo motivo, perché avvertiamo che in Basilicata sia sempre più a rischio la tenuta della legalità, ed inoltre perché è di per se inaccettabile, in un paese democratico, qualsiasi tentativo di imbavagliare la stampa, ed infine perché conosciamo i tanti, innumerevoli tentativi fatti per fermare le indagini del capitano Zacheo, per tutti questi motivi abbiamo chiesto alla “gente comune”, quella stessa che da mesi si sta interrogando sul Male oscuro che affligge la Basilicata, di sottoscrivere un manifesto di protesta e solidarietà che alleghiamo alla presente. Le circa cinquecento firme arrivate in sole quarantotto ore e che presto diventeranno manifesti pubblici sono la prova eloquente di una società lucana che chiede verità su tanti misfatti, ma soprattutto libertà. Don Marcello Cozzi
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.