Nell’indifferenza generale stà morendo l’agricoltura lucana. Non è una frase ad effetto, ma l’amara constatazione di anni di non governo del settore primario nella nostra regione.
Ricordo con rammarico una stagione, quella degli inizi anni 90’, una stagione segnata da grandi cambiamenti, una stagione in cui l’agricoltura comunitaria era chiamata ad un passaggio epocale: dal garantire l’autoapprovigionamento alimentare dei Paesi della vecchia Europa usciti dalla seconda guerra mondiale, ad un’agricoltura chiamata a competere su un nuovo terreno, quello della globalizzazione e, per quanto ci riguardava più da vicino, quello delle produzioni di eccellenza legate in primo luogo alla qualità, alla tradizione e al rispetto dell’ambiente.
Ci siamo affannati per anni a cercare l’interlocutore istituzionale di turno. Gli assessori regionali cambiavano di frequente, ogni volta ci toccava ricominciare d’accapo, ogni volta dovevamo avviare nuovi tavoli.
In questi ultimi 20, mai un assessore che avesse avuto nel suo curriculum una provenienza legata al mondo agricolo: i bravi politici di Basilicata spiegavano a noi addetti ai lavori che l’assessore regionale all’agricoltura può non essere uno che provenga dal settore. Gli stessi assessori, appena insediati diventavano così bravi che, dal giorno stesso pretendevano di spiegare a noi di che vita vivere in campagna.
Nel frattempo abbiamo assistito ad una vera spoliazione dei gioielli di base dell’agricoltura lucana: ci hanno rubato l’intero settore saccarifero; il conserviero è stato confinato in un solo impianto; l’applicazione delle quote latte ci ha rilegati ancora una volta fra i perdenti; le proprietà agrarie del metapontino stanno passando in molti casi in mani molto poco pulite.
Non vi è uno straccio di programmazione. Non sanno quanti capi bovini o ovicaprini ci sono nelle montagne lucane, non hanno una minima idea di quante famiglie ci vivono in questo settore. Anzi, le battute ricorrenti sono del tipo: ma tanto non c’è latte neanche per produrre formaggio per i lucani, siamo di fronte a produzioni di nicchia, fanno tutti un secondo lavoro. Non è così, la Basilicata ha nel settore agricolo ancora oggi una presenza di forza lavoro molto consistente, ci sono famiglie che di questo vivono e fanno crescere e studiare i loro figli. Ma forse pensate che a loro non spetti questa dignità? Pensate che chi lavora onestamente nei campi non abbia la dignità di vivere in questa regione senza elemosinare il suo diritto alla vita?
State facendo tutto il possibile per confermare questo disegno scellerato, non so bene quanto voluto o quanto dovuto all’effetto di essere governati da una classe dirigente inetta.
Voi avete fatto i bandi per il vecchio POR 2000-2006, voi li avete sbagliati in alcune norme poche chiare, la magistratura sta doverosamente cercando di fare chiarezza, ma a pagare sono sempre i soliti: gli agricoltori!!
Voi avete deciso che l’organismo pagatore dei premi comunitari sarebbe stata Arbea, voi ne avete deciso gli amministratori, loro, i dirigenti di Arbea, forse in preda alla sindrome da firma, stanno di fatto ritardando il pagamento dei premi, ma a pagare sono sempre i soliti: gli agricoltori!!!
Voi avreste dovuto pubblicare i nuovi bandi comunitari per il periodo 2007-2013, le altre regioni sono partite da oltre un anno, ma a pagare….
Adesso ci mancava il nuovo assessore, dicono a tempo, sino a dopo le provinciali. Sembra per permettere al centrosinistra di mantenere la Provincia di Matera. Se questo dovesse essere vero ancora una volta a pagare sarebbe l’agricoltura. Un assessore “vero” alle attività produttive, un assessore “primaverile” all’agricoltura. Questo senza nulla togliere alla persona Viti.
Al caro assessore Falotico: che fine farà la nostra bella creatura Orizzonti Lucani? Una volta si diceva gli assessori passano…..ecc.. Ho l’impressione che passi tutto, anche la fine dell’agricoltura lucana nell’indifferenza della classe dirigente regionale.
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