“Con l’ingresso di altri 19 Comuni nel capitale sociale di Acquedotto Lucano si realizza una efficace corporate governance, capace di aumentare il valore dell’azienda e di restituirlo ai cittadini della Basilicata in termini di qualità del servizio idrico integrato”. Lo ha dichiarato Vito De Filippo, presidente della Regione Basilicata, che detiene la maggioranza relativa delle azioni di Acquedotto Lucano spa, annunciando i risultati delle operazioni di aumento del capitale sociale. Il numero dei Comuni che fanno parte della società, con il conferimento di un euro per ciascun abitante, è pertanto passato da 100 a 119 (sul totale dei 131 che appartengono al territorio lucano), oltre alla stessa Regione Basilicata. “Si tratta di un risultato particolarmente significativo, frutto di una cultura innovativa del servizio pubblico e della necessaria intesa anche dal punto di vista istituzionale e territoriale. Ancora più significativo – ha aggiunto De Filippo – è il fatto che questo risultato sia stato conseguito mentre Acquedotto Lucano riusciva a raggiungere anche importantissimi obiettivi nel processo di miglioramento del servizio: riduzione delle perdite di acqua in rete e più di 70 opere realizzate o in fase di realizzazione, con investimenti per 150 milioni di euro. Ed è proprio la combinazione di risultati gestionali eccellenti e di adesioni superiori al previsto nel processo di allargamento della base azionaria che conferma le capacità di un gestore industriale di elevato standing: di questo bisogna dare atto ad Acquedotto Lucano, al presidente Egidio Mitidieri che,
insieme al management e al personale della società, ha saputo creare tutte le condizioni per realizzare una public company in grado di fare scuola, come si evince dal Rapporto sull’industria idrica italiana dell’Associazione studi e ricerche sul Mezzogiorno”. La presenza dei Comuni e della Regione consente di contemperare l’esigenza di garantire il presidio pubblico sulla gestione di un servizio particolarmente delicato, con il bisogno di autonomia di impresa e di attività customer oriented. Acquedotto Lucano, infatti, oltre a garantire l’esercizio di un diritto fondamentale della persona e i servizi alle imprese e alle infrastrutture, rappresenta un fattore di primaria importanza per lo sviluppo dell’economia e della società, nonché per la competitività del sistema produttivo della nostra regione. La società che gestisce il servizio idrico integrato in regione è tra i principali contribuenti della Basilicata e, come si evince dalla relazione annuale della Banca d’Italia, ha concorso non solo alla crescita del Pil regionale (e, va aggiunto, allo sviluppo di tutto un indotto le cui dimensioni, pur se non precisamente quantificate, sono assai rilevanti), ma anche alla salvaguardia dell’ambiente. La ricapitalizzazione di Acquedotto Lucano era stata deliberata dall’Assemblea straordinaria dei soci dell’11 dicembre 2006. Le operazioni, che sono terminate il 31 marzo scorso, sono consistite oltre che nell’ingresso di nuovi soci, anche nel conferimento dei crediti vantati dagli stessi enti locali per la concessione d’uso delle reti e degli impianti idropotabili, ed al conferimento in denaro da parte della Regione per continuare a detenere il 49,9 per cento della proprietà. Pertanto, il capitale sociale è passato da 17milioni 136mila178 a 21milioni 714mila 178 euro. I nuovi Comuni soci sono: Banzi, Carbone, Castelluccio Superiore, Cersosimo, Episcopia, Ferrandina, Marsicovetere, Missanello, Palazzo San Gervasio, Pescopagano, San Martino d’Agri, San Paolo Albanese, Savoia di Lucania, Scanzano Jonico, Spinoso, Ripacandida, Terranova del Pollino, Tito, Tolve.
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