Sono stati riportati su Pub-Med, rispettivamente il 21 gennaio ed il 10 febbraio scorsi, i risultati di due importanti ricerche sul mieloma multiplo che hanno visto il coinvolgimento diretto dell’Irccs-Crob di Rionero in Vulture, e, in particolare, della sua Unità Operativa di Ematologia

 

 

“Il mieloma multiplo – ricorda Pellegrino Musto, direttore Scientifico dell’Istituto rionerese e co-autore di entrambe le pubblicazioni – è una delle più frequenti neoplasie ematologiche dell’adulto ed è principalmente caratterizzato da interessamento osseo, midollare e renale. Negli ultimi anni sono stati fatti notevoli progressi nel trattamento di questa patologia, che resta, tuttavia, non curabile nei pazienti più anziani che non possono essere sottoposti a trapianto di cellule staminali”. Proprio a questa tipologia di pazienti sono stati dedicati i due studi, entrambi coordinati da Antonio Palumbo, responsabile della “Myeloma Unit” della Università di Torino.
Nel primo caso si tratta di un “trial” clinico multicentrico nazionale, pubblicato sul “Journal of Clinical Oncology”, che ha coinvolto 511 pazienti e che ha dimostrato la maggiore efficacia di una terapia di “mantenimento” prolungata con nuovi agenti (bortezomib e talidomide) dopo la fase iniziale di trattamento a quattro farmaci (bortezomib, melfalan, prednisone e talidomide), rispetto a una associazione di soli tre farmaci (bortezomib, melfalan e prednisone) senza “mantenimento”, attualmente considerata lo standard terapeutico per questi pazienti.
Il secondo è uno studio internazionale pubblicato su “Lancet Oncology”, cui hanno collaborato i principali centri di ricerca sul mieloma multiplo europei ed americani. Grazie a una dettagliata analisi statistica di 3.218 pazienti inseriti in sette “trials” internazionali, il lavoro ha fatto luce su un aspetto rilevante dei moderni trattamenti anti-neoplastici (la possibile comparsa di secondi tumori), dimostrando come sia la combinazione di lenalidomide (un nuovo immunomodulante) con melfalan (un agente alchilante), ma non quella di lenalidomide con steroidi, ad essere associata ad un rischio lievemente più elevato di sviluppare una seconda neoplasia ematologica in pazienti affetti da mieloma multiplo.
“Queste acquisizioni – conclude Musto – pubblicate su due riviste ai primissimi posti del ranking internazionale, sono di particolare importanza e concorreranno, grazie all’impegno degli operatori coinvolti e soprattutto al contributo che i nostri pazienti hanno fornito aderendo a questi studi, a migliorare ulteriormente il trattamento del mieloma”. Il dr. Pasquale Amendola, direttore generale dell’Irccs-Crob, ha espresso la sua grande soddisfazione per il lavoro di equipe svolto in Istituto, sottolineando come questi risultati testimonino, ancora una volta, il ruolo dell’Irccs-Crob nel panorama nazionale ed internazionale della ricerca in oncologia.

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