FIAT: CASSA INTEGRAZIONE ANCHE A DICEMBRE E GENNAIO
Pesanti i riflessi della crisi sul mercato automobilistico. A Melfi produzione ferma dal 24 al 30 novembre e dal 15 dicembre all’11 gennaio

 Come anticipato nei giorni scorsi dalla
Fim Cisl Basilicata, la nuova ondata di cassa integrazione ordinaria
alla Fiat interesserà anche lo stabilimento Sata di Melfi. Il
calendario completo della nuova Cigo è stata diramata la scorsa
settimana dalla direzione aziendale alle segreterie nazionali di Fim,
Fiom, Uilm e Fismic. Produzione ferma, dunque, non solo nel periodo
già programmato dal 24 al 30 novembre, ma anche dal 15 dicembre all’11
gennaio, per un totale di tre settimane di stop con modalità simili
alle altre fabbriche del Lingotto. Il periodo di Cigo, ha comunicato
la Fiat, sarà in parte coperto dalle ferie natalizie e dai permessi
annui retribuiti ancora non goduti.

Secondo Antonio Zenga, leader della Fim Cisl regionale, "è il segnale
inequivocabile della pesante crisi che sta investendo il mercato
dell’auto. A ottobre le immatricolazioni del gruppo Fiat sono calate
del 13 per cento. E le prospettive per i prossimi mesi non sono
purtroppo rosee. La crisi è pesante, forse più di quanto si potesse
immaginare all’inizio, e la Sata sconta inoltre la
monospecializzazione produttiva, che in tempi di contrazione dei
mercati – fa notare Zenga – finisce per amplificare la dimensione
della crisi perché non consente una gestione flessibile dei volumi
produttivi".

Diversificare le produzioni, ma anche puntare su ricerca e
innovazione. Questa la ricetta della Cisl per ridare fiato alla Sata.
Nino Falotico invita la Fiat a mettere in pratica i programmi legati
al centro di ricerca e alla destinazione di nuovi modelli alla Sata di
Melfi. "La crisi del mercato automobilistico avrà tempi di
decantazione difficilmente prevedibili – dice il numero uno della Cisl
lucana – ma questo non vuol dire starsene con le mani in mano in
attesa che passi la tempesta. Ci sono misure, sia a livello politico
che a livello aziendale, che vanno adottate per gestire al meglio i
picchi negativi del mercato. A partire dal decollo del campus
tecnologico di Melfi, che può contribuire ad elevare ulteriormente la
soglia di produttività della Sata, e dalla messa in produzione di
almeno un nuovo modello. Le rassicurazioni di Marchionne di qualche
settimana fa sulla futura localizzazione di nuovi modelli nello
stabilimento di San Nicola non sono sufficienti – conclude Falotico –
a delineare con ragionevole certezza il futuro dello stabilimento
lucano nella galassia Fiat e, più in generale, del comparto automotive
in Basilicata".
 

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