Il 5-6-7 marzo si terranno le elezioni per il rinnovo delle RSU nel Pubblico impiego. Un appuntamento importante, dichiara Angelo Summa, Segr. Gen. Fp Cgil Potenza, a distanza di oltre due anni dalla scadenzanaturale, in cui saranno coinvolti oltre 3 milioni di lavoratori in Italia e oltre 30.000 lavoratori in Basilicata.
Questo è un risultato straordinario, ha continuato Summa, frutto dell’iniziativa della CGIL che da sola si è battuta per restituire ai lavoratori il diritto ad eleggere democraticamente i propri rappresentanti sui luoghi di lavoro. Elezioni, tra l’altro, apertamente contrastate dall’ex Ministro della FP che ha emanato circolari e decreti Legislativi nel tentativo di svuotare di contenuti la contrattazione di I° e di II° livello. Blocco delle assunzioni e piena trasparenza nel reclutamento del personale, superamento del precariato e lotta alle consulenze che negli ultimi anni hanno svilito le professionalità dei lavoratori pubblici, centralità del lavoro pubblico e riforma della governance regionale partendo dalla riorganizzazione e rilancio dell’ente regione. Queste le parole d’ordine della CGIL. In particolare sull’ente Regione occorre una riorganizzazione dei dipartimenti che dovranno essere più funzionali a svolgere i propri compiti, una diversa articolazione degli enti sub regionali, combattendo duplicazioni di funzioni al fine di rilanciare lo sviluppo della regione. E ancora una migliore attuazione della riforma sanitaria, partendo da un nuovo piano e riorganizzando la rete ospedaliera e il sistema di emergenza (118) al fine di liberare risorse necessarie al superamento dei ticket e al taglio delle lista di attesa.
Il voto di ognuno, quindi, è fondamentale per continuare a rivendicare il legame indissolubile tra rappresentanza e contrattazione, tra rappresentanza e condizioni materiali delle lavoratrici e dei lavoratori.
Non dobbiamo dimenticare che il voto libero e universale è il fondamento della democrazia, dà sostanza alla cittadinanza ed è alla base di qualsivoglia diritto del lavoro.
Tutto questo dovrebbe essere normale, eppure negli anni che abbiamo alle spalle la CGIL, sola, ha continuato a rivendicare la proclamazione delle elezioni.
La contrattazione e il contratto sono necessari per difendere la qualità e l’organizzazione dei servizi, per garantire professionalità e diritti. Proprio da qui dobbiamo ripartire per affrontare la riforma delle amministrazioni pubbliche: lasciarla ad altri significherebbe riduzione dei servizi, delle retribuzioni, dell’occupazione.
Equità, crescita, salari, tutele e diritti devono tornare a essere temi di buon senso, agiti con buon senso. Il ruolo della rappresentanza diventa determinante per interrompere questo uso strumentale della crisi.
Diritti e democrazia devono continuare ad essere concetti cardine nel nostro Paese e per questo la CGIL continuerà a presidiare ogni spazio utile per garantire tutele e progresso.
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