“L’Istat con le prime anticipazioni dei risultati sul censimento 2011 conferma che i “comuni polvere” in Basilicata, come in tutto il Sud, rischiano l’estinzione. E’ necessario però accrescere la conoscenza delle piccole comunità locali, senza fermarsi agli aridi numeri statistici, per monitorare innanzitutto i fabbisogni aggiornati dei nuclei familiari “coraggiosi”

perché continuano a viverci e per una nuova programmazione di interventi per il lavoro e la crescita”. A sostenerlo è il segretario regionale della Uil della Basilicata Carmine Vaccaro che il primo maggio ha partecipato a Nemoli ad una manifestazione unitaria Cgil, Cisl, Uil.

Da Nemoli Vaccaro ha rilanciato “l’idea di un programma straordinario per i piccoli comuni finanziato da un fondo straordinario e finalizzato a creare occasioni di lavoro, in una fase iniziale anche a tempo determinato o part-time, quale prima risposta al progressivo spopolamento e alla fuga dei giovani. Ci sono servizi sociali e civili primari – sottolinea il segretario della Uil – che si possono garantire alle popolazioni locali solo in gestione consortile tra Comuni limitrofi, ma se vogliamo pensare al presente e al futuro dei “comuni polvere”, custodi di identità e cultura, dobbiamo prevedere posti di lavoro in ogni comune con uguale attenzione a giovani e adulti disoccupati. L’esperienza del Fondo di Coesione che il bilancio della Regione alimenta annualmente a favore dei Comuni sino a 3 mila abitanti, che rappresentano la stragrande maggioranza dei centri lucani – a parere di Vaccaro – non è più sufficiente perché si limita in alcuni casi ad erogare qualche migliaia di euro. Come è indispensabile fare tesoro dell’esperienza degli Lsu (Lavori Socialmente Utili) e Lpu (Lavori di Pubblica Utilità) che, come testimonia la vertenza in atto dei lavoratori Lsu di San Chirico Raparo, sono ancora una ferita della precarietà lavorativa tuttora aperta e sanguinante. Quindi non penso certamente a riedizioni di Lsu e Lpu quanto a progetti che abbiano al centro le risorse naturali, alimentari, agricole, paesaggistiche, culturali, centri storici dei micro comuni per favorire ogni forma di attività economica e produttiva. E a proposito di “comuni polvere” l’Eni e la Fondazione Enrico Mattei che dal 2008 hanno tracciato un percorso progettuale sono chiamati a passare dai progetti di carta – Patto di Sviluppo e Missione di Comunità – ad azioni e misure concrete attraverso quella svolta nella spesa delle royalties che è diventata un’esigenza prioritaria”.

Loading