“Sappiamo bene che i pomodori si lavorano al Conservificio di Guadiano di Lavello e non a San Nicola di Melfi. E allora dopo la nuova conferma dell’a.d. Marchionne sulla Grande Punto a Melfi, prevista nel 2013, per la quale peraltro non avevamo bisogno di conferme, è giunto il momento di avviare il confronto di merito su ogni aspetto riferito al programma di investimenti.

Tanto più che è lo stesso Marchionne ad ammettere che a causa delle difficoltà del mercato, la Fiat sta rivedendo tutte le allocazioni dei modelli, la tempistica in tutto il mondo e i volumi di produzione”. E’ quanto sostiene il segretario generale regionale della UIL Carmine Vaccaro.

“Sul piano Fabbrica Italia – aggiunge – registriamo situazioni ancora contrastanti e pertanto il nostro giudizio confederale, in sintonia con la UILM, è duplice: siamo soddisfatti per l’avvio della produzione della Panda a Pomigliano, nonostante alcuni rallentamenti, e per la conferma del progetto di rilancio di

Grugliasco; seriamente preoccupati per le perduranti incertezze sullo stabilimento di Mirafiori, benché sullo stesso sia stato firmato un accordo meno di un anno fa. Poiché abbiamo considerato il Piano un unico progetto industriale da non spezzettare e tanto meno da avviare a fasi differenziate – dice Vaccaro – continuiamo a rivendicare l’avvio del confronto anche sugli investimenti per gli stabilimenti di Cassino e di Melfi e quindi il pieno e contestuale rispetto degli accordi sottoscritti e la piena realizzazione di Fabbrica Italia, per assicurare un futuro a tutti gli stabilimenti del nostro Paese. Piuttosto, ci impensierisce il silenzio da troppo tempo calato sul progetto del Campus Tecnologico di San Nicola di Melfi: anche su questo riteniamo indispensabile un confronto. E poiché da parte della Fiat non sembrano arrivare segnali di accelerazione dovrebbe essere il Presidente De Filippo a farsi promotore di una specifica richiesta di incontro con il management della Fiat, con il quale affrontare, sia pure in sede separata e con i responsabili della società Edf, le questioni riferite all’impianto Fenice. Su quest’ultimo aspetto – sottolinea Vaccaro – registriamo un atteggiamento tra ambientalisti radicali e difensori di procedure burocratico-amministrative che riguardano l’impatto dell’impianto sul territorio e sulla salute dei cittadini. Non si può ridurre a questo una vicenda molto più complessa per le implicazioni dirette sulle attività industriali di San Nicola di Melfi”.

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