La situazione di difficoltà che i lavoratori forestali stanno vivendo, in un momento in cui bisognerebbe prestare maggiore attenzione al settore, non è più sopportabile.Mesi di ritardo nel pagamento delle retribuzioni, scarsa programmazione con conseguenze drammatiche e disastrose per le famiglie e l’intero patrimonio idrogeologico.
“La Uil e la Uila, dichiarano Deoregi e Nardiello, hanno posto il problema dei lavoratori nell’incontro tenuto con l’assessore all’ambiente, che si è impegnato a dare risposte certe ed immediate ai lavoratori forestali”.
“I lavoratori, continuano, devono avere fiducia nell’iniziativa del Sindacato ma devono stare attenti ai “falsi profeti”, con la consapevolezza che la situazione è difficile, ma con il senso di responsabilità di sempre anche questa volta riusciremo a risolvere la delicata situazione, restando vigili ed attenti alle azioni, programmi ed iniziative messe in essere a livello regionale per uscire dallo stallo in cui versa il settore, vigilando come sempre su tutte le iniziative.
Non siamo più disposti a sopportare questi ritardi nei pagamenti. Se dobbiamo chiedere ai lavoratori di fare dei sacrifici ci aspettiamo un comportamento esemplare della politica affinché recepisca il vero senso e valore della Forestazione”.
La tutela del patrimonio forestale corrisponde, oltre che ai principi costituzionali (Art. 9: “La Repubblica…tutela il paesaggio…”) a precisi obblighi assunti dal nostro paese nelle sedi internazionali e comunitarie, nel quadro degli impegni relativi all’attenuazione dei cambiamenti climatici, assunti nel quadro della apposita Convenzione quadro delle Nazioni Unite e del relativo protocollo di Kyoto.
Il rapporto uomo-natura è sempre stato da un lato conflittuale e dall’altro di rispetto.
Nel corso dei secoli, l’uomo ha realizzato profonde trasformazioni ambientali, riducendo gli spazi naturali (boschi, zone umide, anse fluviali) al fine di estendere le aree agricole e urbane.
Questo processo ha comportato conseguenze negative mettendo in crisi l’intero sistema ecologico nel quale l’ uomo stesso vive. Oggigiorno è prioritaria la necessità di coniugare il rapporto tra le esigenze socio – economiche e la tutela ambientale attraverso criteri di programmazione, pianificazione e gestione del territorio. Allo stato attuale il territorio è una risorsa a rischio: fortemente compromesso dagli interventi dell’uomo e allo stesso tempo ricco di funzioni sociali ed economiche storicizzate e consolidate, necessita di azioni di prevenzione e risanamento con scelte di uso e produttività compatibili con le esigenze di difesa e tutela idrogeologica al fine di porre in sicurezza popolazioni, insediamenti, infrastrutture esistenti.
Come dimostrato da vari eventi naturali, quali le alluvioni e le frane dei giorni scorsi nel metapontino, il suolo è relativamente statico: nel momento in cui le sue qualità e funzioni vengono danneggiate, emergono situazioni di pericolo. Occorre ristabilire la “sostenibilità del territorio” attraverso i legami tra le risorse ambientali e il lavoro umano, tra la popolazione e l’ambiente; in definitiva tra economia, basata sul lavoro umano, e ecologia, basata sul lavoro dell’ambiente. E solo una corretta difesa del suolo favorisce la protezione dell’ambiente inteso sia come habitat che come paesaggio.
Per il perseguimento di tali obiettivi è primaria un’attività di pianificazione, programmazione ed attuazione degli interventi di recupero naturalistico, sistemazione dei corsi d’ acqua , consolidamento dei versanti e delle aree instabili, difesa del patrimonio boschivo. La difesa del suolo è strumento di analisi e valutazione dell’interazione tra “ambiente naturale” e “ambiente costruito”, strumento teso a mantenere e recuperare risorse ed in tal senso a prevenire dissesti idrogeologici.
In questo contesto assume rilevanza la capacità di conciliare l’ambiente naturale e da costruire c on la capacità di prevenzione, tramite l’azione che è possibile effettuare nel territorio ed in particolare nelle zone soggette a vincolo idrogeologico.
I nuovi interventi sul territorio, quando consentiti, dovranno tutelare le risorse essenziali del territorio stesso con azioni per la salvaguardia delle risorse essenziali e la difesa del suolo.
Al fine di garantire un basso impatto ambientale, per la sistemazione e la bonifica dei terreni interessati dai movimenti di terra, si dovrà far ricorso, preferibilmente, alle tecniche di ingegneria naturalistica.
L’inserimento degli interventi deve risultare compatibile con la fruizione anche futura dei luoghi.
Il vincolo idrogeologico, strumento specifico della difesa del suolo e tutela dell’ambiente, è uno strumento di governo del territorio, punto particolare per la prevenzione dei rischi di calamità naturale, per la valorizzazione e il recupero di risorse naturali.
Ciò nel quadro di normative ambientali che nella società moderna sono volte, da un lato, ad attivare sinergie tra le Amministrazioni pubbliche e, dall’altro, ad educare e sensibilizzare i cittadini ad una coscienza sociale attenta alla salvaguardia e alle esigenze dell’ambiente: ad un uso consapevole del territorio.
Rispetto delle fasi colturali, coordinamento tra le autonomie dei soggetti interessati, valorizzazione delle identità e delle sinergie del territorio rappresentano, pertanto, condizioni basilari per determinare sviluppo economico, salvaguardare lo spazio rurale e creare nuova e più stabile occupazione.
Non si tratta di produrre nuova legislazione, ma di applicare quella già esistente e rivisitarla attraverso una serie di provvedimenti che diano certezze, individuino competenze e responsabilità ed abbiano la capacità di stimolare la crescita economica come la promozione civile e culturale sia delle popolazioni interessate sia di quanti, ai vari livelli, direttamente o indirettamente vi operano.
Occorre mettere in moto un sistema virtuoso di tutele, diretto a recuperare pezzi del nostro territorio oggi prevalentemente abbandonato e coltivato male, ed aggravato da fenomeni come desertificazione e dissesti che rischiano ormai di essere irreversibili.
Tutelare il territorio non è come produrre automobili, ma molto di più. Le risorse ci sono, ma bisogna osare”.
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