In un momento storico del nostro Paese che spicca più per il sempre crescente numero di aziende che chiudono, che delocalizzano, che falliscono, che licenziano su due piedi la forza lavoro, la notizia DELLA chiusura del presidio Telecom 187 di Basilicata con sede in Potenza.

 

Ebbene, nell’assordante silenzio delle Istituzioni e delle Organizzazioni sociali, si è consumata un’ennesima violenza al diritto al Lavoro, costituzionalmente garantito dall’art. 4 Cost.

La forza lavoro Telecom 187 in Basilicata verrà trasferita nelle limitrofa regione Puglia (Bari) e con ciò circa 40 lavoratori, i cui disagi si ripercuoteranno su 40 famiglie, verranno spostati a circa 150 km di distanza.

In alternativa questi potranno optare per il telelavoro che, come è noto è l’anticamera della disoccupazione, senza contare che già dal 2010 per i 40 lavoratori Telecom è attivo il contratto di solidarietà.

Quindi ciò che in altre regioni ed in altre città non è stato consentito, ma soprattutto in nessun capoluogo di regione è consentito, viene permesso in Basilicata e a Potenza nel silenzio colpevole e complice di Istituzioni come la Regione, la Provincia e se vogliamo anche del comune capoluogo.

Oggi vorrebbero portare il contratto di solidarietà dei lavoratori del 12.54, già fissato negli ultimi 4 anni al 47% – con conseguente decurtazione di metà dell’orario di lavoro – fino al 60%, imposizione che non si può consentire nè tollerare perché porterebbe ad ulteriori riduzioni di lavoro.

Ciò che sfugge è che il trasferimento di 40 lavoratori Telecom di Potenza comporterà l’abbandono del presidio 187 da parte della società di Telecomunicazioni della Città capoluogo di Regione, oltre che del territorio Provinciale e Regionale

Crediamo che le istituzioni, in primis la Regione, debbano mettere in campo ogni azione utile e concentrare ogni sforzo per scongiurare questa ulteriore emorragia occupazionale salvaguardando l’occupazione e il mantenimento del presidio in Basilicata.

Le lavoratrici ed i lavoratori di Basilicata chiedono con forza di lottare per il raggiungimento di un accordo quadro che tenga conto delle condizioni geografiche, logistiche e territoriali per evitare che il peso della riorganizzazione venga sorretto tutto dai lavoratori, senza che vi sia una reale piano di sviluppo e di rilancio dell’azienda.

Noi dal canto nostro vorremmo che anche le Istituzioni si preoccupassero della stessa vicenda non solo perché la soluzione ventilata dall’Azienda (telelavoro) rappresenta l’anticamera del licenziamento, ma anche perché con la chiusura del presidio 187 Telecom di Potenza si conclude una presenza storica della telefonia nella nostra città dapprima con la Sip in via Addone, poi con la storica ASST in via Pretoria, infine con la Telecom in Via Nazario Sauro.

Potenza e la Basilicata non possono perdere ulteriore forza lavoro e creare disagio a tante famiglie in un momento così tragico dell’economia del nostro paese.

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