“L’intesa istituzionale raggiunta tra Governo (Ministro Fitto) e Regioni (Governatori) del Sud sul Piano nazionale per il Sud-Sud 2020, è un positivo passo avanti per favorire la ripresa dell’economia e dell’occupazione nelle regioni meridionali ma continueremo a vigilare sulla sua pratica attuazione e soprattutto perché nemmeno un euro sia distolto e sia dirottato altrove, come purtroppo accaduto anche nel recente passato con il Programma Fondi Fas”.

E’ il commento del segretario generale regionale della Uil lucana, Carmine Vaccaro, sottolineando gli elementi maggiormente qualificanti raggiunti con la sottoscrizione del documento Governo-Regioni.

“Intanto, si volta pagina nel rapporto di cooperazione che ha portato ad avviare l’attuazione del Piano nazionale per il Sud e ad accellerare l’attuazione dei programmi cofinanziati 2007-2013 e conseguentemente la spesa dei fondi, scongiurando il rischio di disimpegno delle risorse comunitarie al 31 dicembre 2011. Condivisibili – continua Vaccaro – sono le quattro condizioni individuate: il metodo della condivisione interistituzionale; le rimodulazioni potranno prevedere la revisione del tasso di cofinanziamento comunitario a condizione che le risorse nazionali siano vincolate al riutilizzo nel rispetto del principio della territorialità; i settori di intervento sui quali concentrare le risorse saranno in numero limitato e prioritariamente quelli dell’istruzione, della banda larga, delle infrastrutture e della nuova occupazione.Se dunque da una parte è auspicabile che finalmente si arrivi al pieno utilizzo dei Fondi Comunitari (a maggio la spesa totale certificata alla Commissione Europea è ferma al 13,8% del totale con media negativa al Sud dell’11,5 %), dall’altro – continua il segretario della UIL – occorre rendere immediatamente operativa l’intesa raggiunta tra Governo e Regioni meridionali riprogrammando le uniche risorse certe per lo sviluppo del Sud. Risorse che vanno indirizzate verso pochi e selezionati progetti, mirati all’occupazione ed alle infrastrutture, aggiuntivi agli interventi troppe volte annunciati, ma non ancora attuati, come il ”bonus occupazione.Non è assolutamente condivisibile, invece, che le risorse del cofinanziamento nazionale vadano a compensare i tagli della spesa ordinaria o, peggio, si indirizzino verso altre aree del paese. Così come non sono accettabili i tagli del FAS a progetti già programmati.Per accelerare la spesa dei Fondi Strutturali Europei va inoltre esclusa dal calcolo del patto di stabilità interno la quota di cofinanziamento nazionale ai progetti finanziati dall’Europa. Servono insomma politiche virtuose, anche per affrontare e risolvere il problema dell’efficienza e dell’efficacia della spesa di tutte le Istituzioni nazionali e locali. Quanto al tavolo di concertazione ribadiamo la sollecitazione – dice Vaccaro – all’allargamento alle parti sociali (sindacati, imprese) perché non possiamo consentire che prosegua, irresponsabilmente, la fase degli annunci di politiche di sviluppo, crescita infrastrutturale e lavoro. L’attuazione del processo federalista occorre venga affrontata con modalità cooperative tra Istituzioni e Parti sociali, allo scopo di pervenire ad una chiara assunzione di impegni e responsabilità per affrontare con proposte condivise il tema delle disparità territoriali del Paese, assunto che le risorse aggiuntive non possono essere sostitutive dei finanziamenti ordinari”.

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