Cgil, Cisl e Uil scelgono la via della mobilitazione per sostenere il decollo del programma operativo. Il 27-28 giugno presidio al centro oli di Viggiano. In un documento le proposte concrete per fare del petrolio una risorsa per lo sviluppo della Val d’Agri e della Basilicata
Il sindacato lucano sceglie la via della mobilitazione per provare a sbloccare il programma operativo Val d’Agri e fare del petrolio una risorsa per lo sviluppo dell’area. Il 27 giugno presidio al centro oli di Viggiano e il giorno dopo manifestazione, sempre al centro oli, con i leader confederali Pepe, Falotico e Delicio. Alla mobilitazione sindacale hanno già aderito diversi enti locali della valle. “Bisogna far decollare il programma operativo Val d’Agri, specie sul versante delle attività produttive e del lavoro, attraverso una vera concertazione con la giunta regionale, quella stessa concertazione prevista dall’intesa firmata con la Regione e mai attuata”. Questo in sintesi il messaggio lanciato da Pepe, Falotico e Delicio nel corso di un incontro tenutosi ieri al centro sociale di Villa d’Agri con i sindaci, i presidenti delle comunità montane, i dirigenti e i quadri sindacali della zona. Nel corso della riunione Cgil, Cisl e Uil hanno denunciato la mancata attuazione delle misure del piano operativo legate alle attività produttive e rimarcato il magro bilancio dei risultati ottenuti sul versante occupazionale.
Cgil, Cisl e Uil hanno predisposto un documento con una serie di proposte concrete per il rilancio e lo sviluppo della Val d’Agri. A partire dalla costituzione di una sorta di “cabina di regia”, immaginata dai sindacati lucani come sede decisionale, gestionale ed operativa dei processi produttivi legati alle estrazioni di petrolio. Cgil, Cisl e Uil sostengono in proposito la necessità di ridefinire le intese con le società petrolifere per la creazione di una “royality produttiva” mirata alla localizzazione nel territorio della Val d’Agri di parti delle loro produzioni e del loro know how.
Un capitolo è dedicato al rilancio delle attività produttive e dell’occupazione, grazie anche alla cospicua dotazione finanziaria del programma operativo: circa 105 milioni di euro. Cgil, Cisl e Uil rivendicano il completamento della rete infrastrutturale (Saurina, Brienza-Potenza, aviosuperficie di Grumento) e la riforma del sistema degli incentivi alle imprese, anche attraverso la costituzione di un fondo per le convenienze localizzative, la riduzione dei costi delle public utility e la costituzione di una struttura deputata alla promozione e allo scouting industriale. Energia, credito e microcredito per i giovani, ricerca e innovazione tecnologica, infrastrutture immateriali e la semplificazione delle procedure autorizzative mediante lo sportello unico dovranno contribuire a consolidare il sistema imprenditoriale locale. Per il sindacato confederale Lucano è inoltre necessario imprimere una accelerazione nei processi decisionali rispetto ad un settore strategico per lo sviluppo dell’intera regione, che riguarda le nuove tecnologie per la produzione di energia da fonti rinnovabili.
In materia di occupazione i sindacati confederali chiedono la piena attuazione della riserva del 25% dei posti di lavoro creati nella zona a favore dei lavoratori svantaggiati, nonché l’adozione del sistema a sportello per quanto riguarda la formazione. Chiesto anche l’incremento delle risorse destinate al settore della forestazione, rinegoziando e confermando l’intesa con Eni sul capitolo delle compensazioni ambientali.
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