“Per un giudizio complessivo sull’impianto della riforma del mercato del lavoro servono modifiche”: così il segretario generale regionale della Uil lucana Carmine Vaccaro, sottolineando che “il confronto in atto ha riflessi specifici sul mercato del lavoro nel Mezzogiorno e nella nostra regione che stanno attraversando, già da anni, una fase di grave emergenza.

 In questo quadro, giudichiamo con interesse i provvedimenti annunciati per favorire la buona e corretta flessibilità in ingresso (apprendistato e contratto di inserimento), proprio in sintonia con le nostre sollecitazioni e le indicazioni contenute nel Patto di Sistema BasilicataObiettivo 2012 e la volontà di mettere in campo nuove regole per prosciugare il bacino della precarietà a partire dalle varie forme di falso lavoro autonomo, come le Partite Iva, le false collaborazioni a progetto, gli associati in partecipazione, i tirocini, il lavoro occasionale accessorio e il lavoro a chiamata. In proposito, la UIL fino all’ultimo verificherà che i provvedimenti legislativi annunciati siano coerenti con queste proposte e che rispondano all’obiettivo condiviso di riportare il contratto di lavoro a tempo indeterminato come il contratto “dominante”. E’ apprezzabile che si sia convenuto con la proposta UIL di limitare l’uso improprio dei contratti a tempo determinato anche attraverso la leva del maggior costo per le imprese che utilizzano questo contratto”.

Per il segretario della Uil “la strada della semplice consultazione, e non della concreta trattativa, come abbiamo sostenuto nella direzione, non ha prodotto il risultato che il Paese si aspettava: un piano per la crescita; sostegno alla contrattazione aziendale con la conferma della detassazione dei premi di risultato; la concreta attenuazione di quelle disfunzioni nel mercato del lavoro; la costruzione di un nuovo sistema di protezione sociale che tenga conto di come accompagnare le persone verso un nuovo lavoro, alla luce anche degli effetti devastanti della riforma delle pensioni per le centinaia di migliaia di lavoratori che, posti in mobilità o in esodo, ad oggi non hanno accesso né al sostegno al reddito né alla pensione.

Da anni – aggiunge Vaccaro – sosteniamo la necessità di un cambiamento di rotta del nostro mercato del lavoro che, proprio in coincidenza con la profonda crisi finanziaria, ha mostrato con drammatica evidenza, tutti i propri limiti e problemi strutturali troppe volte rimandati nel tempo. Malgrado il soddisfacente sistema di protezione sociale messo in campo in questi ultimi tre anni, attraverso il massiccio ricorso agli strumenti “straordinari” di deroga, che hanno limitato la fuoriuscita dal mercato del lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori, abbiamo sempre sostenuto la necessità di intervenire con misure “strutturali” per aumentare il livello di tutele e occupabilità, in particolare, dei giovani, delle donne e dei lavoratori maturi.

Più ombre invece vi sono sullo schema presentato sui nuovi ammortizzatori sociali a partire dall’incertezza sulla estensione universale della cassa integrazione anche alle imprese che oggi ne sono prive e che oggi hanno usufruito della cassa in deroga. La UIL chiede coerenza al Ministro che ha sempre sostenuto che l’universalità della protezione sociale fosse l’obiettivo del Governo. Preoccupante e grave è l’incerta proposta di come si potranno tutelare centinaia di migliaia di lavoratori a rischio espulsione dal “lavoro”, oggettivamente deboli nel percorso di ricollocazione.

Tale situazione è aggravata dalla sostanziale assenza di proposte normative concrete di politiche attive e di outplacement: va quindi valutata l’opportunità di indirizzare le risorse pubbliche, promesse dal Governo, anche per finanziare i Fondi di protezione dei lavoratori anziani. Sulla cosiddetta flessibilità in uscita, la UIL ribadisce che l’aver caricato di significati impropri uno strumento di tutela, ha alterato il confronto penalizzando così, le proposte di merito, ragionevoli ed innovative, che la UIL ha messo sul tavolo del confronto: semplificazione delle procedure, accelerazione dei tempi per il giudizio, migliore definizione delle causali con il fine di rendere meno ampia la discrezionalità dei giudici.

L’ipotesi presentata dal Governo, più apprezzabile nella parte che riconsegna al giudice la facoltà di reintegrare il lavoratore licenziato senza giusta causa o giustificato motivo soggettivo, non risponde, però, al tema del rischio di abuso di potere in mano all’azienda per i licenziamenti cosiddetti economici o oggettivi. La UIL propone quindi – conclude Vaccaro – che sia vincolante, per l’azienda, l’obbligo di informazione alle rappresentanze sindacali presenti nell’impresa, con il fine di fornire al giudice un alto grado di conoscenza di come si è sviluppata la procedura”.

Loading