La solidarietà manifestata ai lavoratori in lotta della Daramic, attraverso una lezione portata nella fabbrica, che gli studenti universitari lucani insieme ai docenti hanno svolto questa mattina è la dimostrazione di come il movimento di lotta per salvare la scuola pubblica, l’Università pubblica abbia la capacità di parlare a tutto il Paese ed a tutto il movimento dei lavoratori, alle istituzioni e alle forze politiche.
Lo stesso impegno civile e politico assunto dai docenti universitari e dal Magnifico Rettore, prof. Tamburro, in questi giorni, rappresenta un grande fatto di democrazia e partecipazione per rendere effettivo l’accesso al diritto allo studio per tutti, contro l’arroganza e la tracotanza di un governo che in 7 minuti approva la legge finanziaria dello stato e taglia in maniera indiscriminata le risorse per gli atenei e nel contempo li trasforma in fondazioni private, ovvero rende privato ciò che la Costituzione ha sancito deve essere di tutti .
Condanniamo l’inqualificabile presa di posizione di qualche esponente politico del centro-destra che ha perso una occasione per riflettere prima di parlare.
La situazione di grave crisi che si appresta a vivere il Paese, diretta conseguenza della più ampia crisi del sistema finanziario mondiale ha bisogno di risposte concrete per il sostegno all’occupazione ed ai redditi, attraverso la leva fiscale che il Governo può utilizzare con ricadute immediate. Bisogna avviare un consistente programma di investimenti pubblici, rafforzare il welfare e la coesione sociale, intervenire per ampliare la tutela e i diritti dei lavoratori immigrati.
Il territorio della nostra Regione vive una crisi che si somma alla già difficile situazione del nostro tessuto produttivo, tessile, mobile imbottito, val Basento.
Oggi si paventa il rischio di un colpo mortale all’occupazione ed all’intero sistema produttivo regionale.
La consapevolezza di ciò sta nell’ampiezza ed nella profondità della crisi, i segnali drammatici di questi giorni (Daramic- Mhale Mondial Industrie del Basento Panasonic PFIZER) sono solo l’inizio.
Siamo preoccupati di come la Confindustria e il sistema politico istituzionale della nostra regione sta affrontando questa situazione.
Facciamo appello al senso di responsabilità di tutte le forze politiche e del governo regionale affinché si metta da parte la battaglia per il riposizionamento del ceto politico e si dia invece un segnale forte di impegno concreto con misure ed iniziative da mettere in campo per affrontare questa drammatica crisi. Ciò sarebbe apprezzato oltre che dal sindacato dalle migliaia di lavoratori e lavoratrici e dalle famiglie interessate, ma anche dai cittadini che vivono con apprensione quotidiana la crisi che non deve essere pagata dai lavoratori e dalle fasce più deboli della società.
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