SI FERMA IL LAVORO AGRICOLO Giovedì 18 dicembre mobilitazione nazionale del comparto proclamata da Fai, Flai e Uila. A Potenza è previsto un sit-in di protesta sotto la sede provinciale dell’Inps. Senza l’apertura di un tavolo nazionale la mobilitazione proseguirà

Giovedì 18 dicembre a Potenza, a partire dalle 9,30, sit-in di protesta dei lavoratori agricoli presso la sede provinciale dell’Inps. La mobilitazione è stata proclamata dalle segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila a seguito della mancata convocazione presso il ministero del Welfare del tavolo nazionale sul mercato del lavoro agricolo e sull’emersione del lavoro nero.

Tra le richieste dei sindacati di categoria: il rinnovo dei contratti provinciali, la riforma della contribuzione previdenziale, la
costituzione in ciascuna provincia di una commissione tripartita per la gestione del mercato del lavoro agricolo, l’unificazione del
minimale per il calcolo dei contributi e delle prestazioni con quello previsto per la generalità dei lavoratori. Fai, Flai e Uila chiedono
inoltre la modifica della norma sugli elenchi anagrafici per una più tempestiva erogazione delle indennità di disoccupazione, la piena applicazione della riforma degli ammortizzatori sociali e, infine, il rafforzamento delle attività di ispezione e controllo per contrastare fenomeni assai diffusi nel settore come il caporalato e il lavoro nero.

Per i segretari regionali di Fai, Flai e Uila, Antonio Lapadula, Vincenzo Esposito e Gerardo Nardiello, "questa mobilitazione si
propone di contrastare il processo di privatizzazione selvaggia che sta riportando il settore indietro di cinquant’anni. Il lavoro
agricolo – proseguono i tre sindacalisti – è ancora ostaggio di caporali e false cooperative senza terra che continuano indisturbati a
fare il bello ed il cattivo tempo. Anche la sperimentazione del lavoro accessorio in agricoltura, sperimentazione che ci vede fermamente contrari, e la volontà del governo di estendere il sistema dei voucher a tutte le tipologie di lavoro stagionale si inserisce nel solco di una strategia che mira a smontare il contratto nazionale, riducendo il rapporto di lavoro ad uno scambio di merci, senza diritti e tutele per la parte debole".

Lo mobilitazione del 18, annunciano Fai, Flai e Uila, è solo il primo atto di un più intenso programma di lotte a partire dal prossimo
gennaio nel caso in cui il governo non dovesse aprire alle richieste del sindacato.

 

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