Sono in aumento anche tra i consumatori lucani le credenze sul cibo non supportate da basi scientifiche effettive. Colpa delle fake news sulle caratteristiche dei cibi    

che si moltiplicano in rete e che spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. A confermalo Coldiretti Basilicata, secondo un’indagine nazionale presentata a Roma in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura. “Il web si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga – ha commentato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto che a Roma ha partecipato all’iniziativa assieme al direttore regionale, Francesco Manzari – e la scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché’ va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni”. Dall’ananas dimagrante allo zucchero di canna che non fa ingrassare, dalla favola che le banane sono le più ricche di potassio al kamut spacciato per un varietà di cereali antica con proprietà esclusive ma anche che mangiare carne o latte fa sempre male o che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare formaggi, sono alcune delle bufale alimentari virali in rete. “Per questo è necessario partire dai più piccoli e Coldiretti è impegnata nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica – ha aggiunto Manzari – che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza. Un arricchimento culturale che, con la conoscenza diretta, contribuisce a combattere le fake news, ma anche ad adottare comportamenti di acquisto più informati e consapevoli. Campagna Amica con una presenza estesa dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani è diventata – ha concluso Manzari – la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo alla quale vanno riferimento oggi quasi ventimila agricoltori”. 

 

 

Sono in aumento anche tra i consumatori lucani le credenze sul cibo non supportate da basi scientifiche effettive. Colpa delle fake news sulle caratteristiche dei cibi che si moltiplicano in rete e che spingono a comportamenti insensati e anche pericolosi. A confermalo Coldiretti Basilicata, secondo un’indagine nazionale presentata a Roma in occasione della campagna #stopfakeatavola promossa dalla Coldiretti e dall’Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare nell’ambito del corso di formazione, organizzato in collaborazione con la Scuola Superiore della Magistratura. “Il web si configura sempre più come porto franco delle bufale alimentari con un preoccupante effetto valanga – ha commentato il presidente di Coldiretti Basilicata, Piergiorgio Quarto che a Roma ha partecipato all’iniziativa assieme al direttore regionale, Francesco Manzari – e la scorretta informazione nell’alimentare ha un peso più rilevante che negli altri settori perché’ va a influenzare direttamente la salute. Per questo dobbiamo prestare particolare attenzione ed essere grati a quanti sono impegnati nello smascherare gli inganni”. Dall’ananas dimagrante allo zucchero di canna che non fa ingrassare, dalla favola che le banane sono le più ricche di potassio al kamut spacciato per un varietà di cereali antica con proprietà esclusive ma anche che mangiare carne o latte fa sempre male o che chi è intollerante al lattosio non deve mangiare formaggi, sono alcune delle bufale alimentari virali in rete. “Per questo è necessario partire dai più piccoli e Coldiretti è impegnata nell’educazione nelle scuole e nell’informazione nei mercati degli agricoltori con il progetto Campagna Amica – ha aggiunto Manzari – che consente di ricostruire un rapporto diretto tra chi produce e chi consuma nel segno della trasparenza. Un arricchimento culturale che, con la conoscenza diretta, contribuisce a combattere le fake news, ma anche ad adottare comportamenti di acquisto più informati e consapevoli. Campagna Amica con una presenza estesa dalle fattorie ai mercati, dai ristoranti al cibo di strada, dagli agriturismi agli orti urbani è diventata – ha concluso Manzari – la più vasta rete di vendita diretta degli agricoltori organizzata con proprio marchio del mondo alla quale vanno riferimento oggi quasi ventimila agricoltori”. 

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