Sindacalista cislIl segretario della First Cisl Basilicata si scaglia contro i banchieri: “Sono loro che hanno creato buchi milionari nei bilanci,

dipendenti e risparmiatori sono vittime di un sistema drogato”. Negativo il giudizio sul decreto del governo sui rimborsi ai risparmiatori delle banche fallite: “Meglio trasformare i creditori in azionisti dei nuovi istituti”. E rilancia la proposta di un tetto agli stipendi dei manager

Potenza, 11 maggio 2016 – “Il presunto filone lucano del crac CariChieti conferma ancora una volta che dietro le gestioni fallimentari di molti istituti di credito c’è la mano di banchieri e manager inadeguati al ruolo”. A dirlo è il segretario generale della First Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, che torna a difendere l’operato dei lavoratori bancari. “I dipendenti delle banche oggi si trovano tra l’incudine di manager affamati di bonus milionari e il martello di risparmiatori giustamente preoccupati per i loro soldi, ma non hanno responsabilità, se non quella di eseguire direttive calate dall’alto. I banchieri hanno creato danni, mentre i bancari, insieme ai risparmiatori, sono le vittime di un sistema drogato che puntava a macinare capitalizzazioni effimere nel breve periodo e che ha prodotto conseguenze paradossali: mentre si riempivano le banche di crediti inesigibili, frutto di prestiti fatti agli amici degli amici, i manager intascavano bonus milionari e allo stesso tempo riducevano il personale per via dei crediti deterioriati. Un vero e proprio falò dell’inefficienza che alla fine ha bruciato tutto. Basti pensare che circa il 60 per cento dei crediti deteriorati che zavorrano il sistema bancario italiano sono relativi a prestiti superiori ai 500 mila euro deliberati direttamente dai manager”.

Per Macchia “il problema è il modello di banca che si è affermato in Italia, figlio di un capitalismo familistico e amorale in cui non contano i fondamentali economici delle aziende ma le influenze e le relazioni corte. Un cocktail micidiale che ha inebriato banchieri e manager e che ha portato il sistema sull’orlo del collasso. Il problema – continua Macchia – non si risolve con i decreti del governo, che sono palliativi molto parziali, ma con una radicale riforma del sistema bancario che restituisca alle banche la funzione essenziale di sostegno agli investimenti produttivi, alla crescita e all’occupazione”. In merito al recente decreto varato dal governo per il rimborso dei risparmiatori delle quattro banche fallite, Macchia considera “discutibili e inique le soglie di reddito e di patrimonio stabilite dal governo in quanto il riconoscimento di un diritto di credito prescinde dalla situazione economica e patrimoniale della famiglia. La soluzione più appropriata è quella avanzata dalla First Cisl, vale a dire trasformare i creditori in azionisti delle nuove banche attraverso la gestione e la vendita degli attivi, deteriorati e non. Sarebbe una soluzione di sistema valido sempre e non una pezza per tamponare la situazione”.

Il segretario della First Cisl lucana rilancia inoltre il disegno di legge di iniziativa popolare sul tetto agli stipendi dei top manager che giace in parlamento nonostante il sostegno di 120 mila firme, delle quali 3 mila raccolte dal sindacato bancari della Cisl in Basilicata. “Noi sosteniamo che la retribuzione di un top manager deve essere legata ai risultati prodotti. Se aumenti ricavi e profitti ha diritto al bonus, se provochi buchi di bilancio hai un malus. Non è più tollerabile il comportamento di quegli amministratori che per ottenere risultati nel breve periodo tagliano lavoro e investimenti, lasciando buchi di bilancio spaventosi. Mettere un tetto alle retribuzioni dei top manager – conclude Macchia – vuol dire impostare un meccanismo virtuoso che premia i manager bravi e punisce i manager cattivi”.

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