La proposta del presidente di Coldiretti Basilicata Antonio Pessolani di impiegare lavoratori forestali come manodopera agricola mostra uno stato di dilettantismo, approssimazione, superficialità e di non conoscenza del settore idraulico forestale.
La forestazione è un’attività indispensabile per la sicurezza dell’ambiente, del territorio, del decoro e del verde pubblico, con una specializzazione molto diversa dal lavoro agricolo, che secondo i programmi e le intese con la Regione Basilicata deve partire già dal mese di maggio. Inoltre il contratto collettivo nazionale del lavoro è idraulico boschivo, quindi altra cosa rispetto a quello agricolo a partire proprio dalla differenza di paga, che inciderebbe in maniera negativa anche sulla indennità di disoccupazione.
Se l’utilizzo dei lavoratori forestali deve avvenire nei comuni di residenza, inoltre, significa che il presidente della Coldiretti non conosce il territorio lucano e la localizzazione dei forestali, il cui numero nelle realtà a vocazione agricola più forti è molto ridotto.
Infine, un’ulteriore considerazione. Se il lavoro in agricoltura è svolto in prevalenza da migranti stagionali il motivo va attribuito a un basso salario – che nella maggioranza dei casi è inferiore a quello previsto dai contratti – allo sfruttamento, al lavoro in nero e al caporalato, motivi per i quali i lavoratori locali non sono più disposti a svolgere questa mansione.
Se ciò è avvenuto in questi anni lo si deve a una classe imprenditoriale agricola che è stata complice di un sistema che vede i braccianti agricoli trattati come gli ultimi, vivendo ai margini della società, reclusi in ghetti diffusi sul territorio. E questo Pessolani dovrebbe saperlo molto bene.
Stupisce oltre modo la premura e la tensione verso il bilancio della Regione Basilicata, proprio da una categoria e un comparto come quello agricolo che non fa altro che chiedere elargizioni di benefici pubblici per sostenere l’agricoltura. Tutto ciò ci pare molto contraddittorio e paradossale. Allo stesso modo stupisce molto il plauso del consigliere regionale Piergiorgio Quarto, proprio lui che ha seguito con noi le dinamiche della forestazione, conoscendone tutte le dinamiche lavorative: alcune idee di una recente appartenenza dovrebbero rimanere.
Noi crediamo che la strada per risolvere il problema della mancata raccolta delle colture siano ben altre: contrattualizzare i lavoratori irregolari mettendo in sicurezza i migranti stagionali; utilizzare i lavoratori del turismo in questa fase di crisi del settore, evitando l’implementazione dell’uso dei voucher come qualcuno sta chiedendo a livello nazionale (certamente non sarà un caso se sia il presidente della Coldiretti che il consigliere Quarto hanno le stesso pensiero); utilizzare i lavoratori inseriti nella graduatoria Tis, reddito minimo di inserimento e ammortizzatori in deroga e ordinari su base volontaria; utilizzare gli enti bilaterali come incontro tra domanda e offerta.
Alla luce di tutto ciò ci sembra incomprensibile la proposta del presidente Coldiretti che poteva confrontarsi tranquillamente con chi rappresenta i lavoratori, anche alla luce dell’accordo recentemente sottoscritto tra sindacati e organizzazioni datoriali. Chiediamo di evitare proposte estemporanee e di creare una cabina di regia con tutti gli attori del settore agricolo.
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