La via lucana allo sviluppo si chiama microcredito. L’idea lanciata stamane nel corso del congresso regionale della Fiba Cisl Basilicata. Macchia: “Il microcredito è un modo virtuoso di fare banca”

Un miliardo di potenziali clienti e un volume finanziario che entro il 2015 toccherà quota 25 miliardi di dollari. Sono i grandi numeri del microcredito, una formula innovativa di prestito bancario che non guarda alle garanzie ma al merito e alla bontà dei progetti finanziati. È con il microcredito, tanto per fare qualche altro numero, che 12 milioni di poveri nel Bangladesh sono usciti dalla misera grazie ai micro-prestiti della banca Grameen, fondata dal premio Nobel Muhammad Yunus. Ma è una realtà esportabile anche in Basilicata? Sì secondo il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, che questa mattina a Rifreddo ha lanciato l’idea del microcredito nel corso del settimo congresso regionale del sindacato bancari della Cisl. “Dobbiamo sfatare un mito che rischia di generare equivoci: il microcredito non è un’opera filantropica limitata ai paesi del terzo mondo, bensì un modo virtuoso di essere e fare banca, una diversa visione del mondo che può aiutarci a superare la crisi economica”.

E che non sia solo questione di paesi poveri lo dimostra il fatto che il microcredito sta prendendo piede anche nei paesi industrializzati come Francia, Norvegia, Usa, Canada, Cina. Lo stesso Yunus ha annunciato a Milano la nascita della filiale italiana della Grameen in collaborazione con Unicredit e Università di Bologna. “Prestare i soldi ai poveri o a chi non ha garanzie è la grande sfida dello sviluppo – sostiene Macchia – Non è possibile che ai giovani ai quali diciamo di non aspettare il posto fisso e di darsi da fare, poi neghiamo l’accesso al credito perché non portano in dote alcuna garanzia. Rivendicare un sistema creditizio più capace di fare micro-finanza non significa chiedere assistenzialismo o minore rigore, ma rendere le banche più moderne e consentire alle persone di mettere a frutto il proprio talento”.

Del resto basta guardare i numeri del prestito d’onore, una formula ante litteram di microcredito. In numeri li fornisce lo stesso Macchia. “In Basilicata, regione di circa 600 mila abitanti, il prestito d’onore ha finanziato approssimativamente 4 mila nuove iniziative micro-imprenditoriali. Al netto della fisiologica mortalità aziendale possiamo affermare che i posti di lavoro durevoli creati sono circa 3 mila, in maggioranza giovani e donne, cioè le fasce più deboli del nostro tessuto sociale. E tutto questo con un impiego di risorse pubbliche nettamente inferiore ai tanti mega investimenti industriali realizzati nel Mezzogiorno i cui risultati occupazionali sono noti a tutti”.

 

Insomma, “le banche devono tornare a fare le banche per aiutare la crescita e lo sviluppo della nostra regione”. Ne è convinto anche il leader della Cisl lucana, Nino Falotico. “Nel pacchetto di misure anticrisi che stiamo predisponendo un ruolo fondamentale lo giocano le banche sia per quanto riguarda le misure di sostegno al reddito delle persone che hanno perso il posto di lavoro e che semmai si ritrovano le rate del mutuo da pagare, sia per quanto concerne il sostegno alle imprese, specie quelle che lavorano nel campo delle opere pubbliche e che spesso vanno in sofferenza per via dei tempi non proprio celeri della pubblica amministrazione”.

E di credito e Mezzogiorno si parlerà in una prossima iniziativa pubblica promossa dalla Fiba e dalla Cisl. “Sarà un momento di confronto – anticipa Gennarino Macchia – per illustrare le nostre proposte sul sistema creditizio, sul suo contributo allo sviluppo economico e sociale del Sud, sul ruolo che tutti gli attori del sistema dovrebbero svolgere affinché si sviluppi un percorso di crescita più attento al territorio, alla responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale”.
 

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