Il segretario generale della Fiba Cisl Basilicata, Gennarino Macchia, condivide le preoccupazioni espresse nei giorni scorsi dai rappresentanti di Confcommercio, Artigiancassa e Rete Imprese Italia sulla difficile situazione del credito in Basilicata e   

chiede al governo regionale di convocore un tavolo di confronto con Abi, sindacati e associazioni datoriali. “Da tempo denunciamo l’impoverimento del tessuto creditizio lucano a seguito della pesante ristrutturazione messa in atto dai gruppi bancari”, spiega Macchia, evidenziando che “nel biennio 2013-2014 diversi istituti di credito presenti in regione hanno ridotto sensibilmente la loro presenza sul territorio con la chiusura di circa 25 filiali e il trasferimento o il prepensionamento di un centinaio di addetti. Alle legittime preoccupazioni delle piccole e medie imprese lucane per le difficoltà di accesso al credito – continua il segretario della Fiba Cisl – si aggiungono le nostre preoccupazioni per il progressivo disimpegno delle banche nella nostra regione, processo che trova puntuale riscontro nei dati di Bankitalia se è vero che continua la flessione dei prestiti sia alle imprese che alle famiglie con una caduta complessiva di quasi il 3 per cento nel 2013 e di un altro 1,7 nel primo trimestre 2014. La stessa Bankitalia – osserva Macchia – ci dice che sono proprio i grandi istituti nazionali, quelli cioè che hanno i centri decisionali fuori dalla nostra regione, ad aver contribuito maggiormaente alla contrazione del credito; inoltre nel primo semestre 2004 Bankitalia segnala un’espansione della domanda di credito da parte delle imprese, cui corrisponde però una sostanziale invarianza nelle condizioni di offerta. È del tutto evidente – per il segretario della Fiba – che l’eccesso di prudenza delle banche sta frenando la ripresa degli investimenti. È arrivato il momento, dunque, di porre il futuro del sistema bancario lucano al centro di una riflessione che coinvolga il governo regionale, l’Abi, i sindacati dei lavoratori e le associazioni imprenditoriali per mettere in campo una vera politica del credito al servizio della crescita e dell’occupazione”.

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