Le ore autorizzate di Cigo e Cigs nel periodo gennaio-agosto 2009 ammontano a 6.344.279. La Cigo è aumentata nello stesso periodo del 189%, la Cigs del 113%. Nel periodo maggio-luglio 2009 la Cigs è aumentata di oltre 13 volte, mentre la Cigo si è mantenuta mediamente costante.
La provincia di Potenza fa registrare il maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali. Il settore industriale si conferma maglia nera. Gli esuberi stimati in Cigo e Cigs ammontano nel 2009 a oltre 5 mila unità. La platea complessiva dei lavoratori in Cigo, Cigs e mobilità (anche in deroga) supera le 8 mila unità.
Premessa
In questa fase riteniamo necessaria una lettura più attenta dei dati che ci indicano l’utilizzo degli ammortizzatori sociali per poter meglio elaborare le strategie di intervento in tema di politiche produttive da mettere in campo per il 2010, in ragione anche delle tesi, talvolta contraddittorie, che in questo periodo la maggior parte degli osservatori economici, sia nazionali che mondiali, rendono pubbliche sostenendo il superamento del picco di crisi che ha caratterizzato le economie mondiali nell’arco del 2009.
Sulla base di queste considerazioni, la Cisl Basilicata, con il suo centro studi Giuseppe Lazzati, si propone di dare continuità ad un osservatorio periodico che interpreti i dati disponibili, sia nazionali che regionali, con un’analisi che sia propedeutica all’elaborazione di proposte di politica industriale e delle attività produttive nella nostra regione. Un’iniziativa, questa, che vuole colmare, almeno in parte, il vuoto che questa regione soffre in assenza di un osservatorio delle politiche del lavoro e delle politiche industriali, pur previsto da una non più recente legge regionale, ma mai insediato. Lo facciamo relazionando dati di fonte diversa (Inps, Unioncamere, Bankitalia, Istat), con l’obiettivo di offrire una linea di lettura di tipo sindacale.
I dati
Il centro studi Cisl ha messo a punto una ricerca sull’andamento degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria e straordinaria) in Basilicata nel periodo gennaio-agosto 2009. La base di dati utilizzata è quella dell’Inps relativa alle ore autorizzate di Cigo e Cigs. Dalla ricerca emerge che nei primi otto mesi dell’anno in corso le ore autorizzate di Cigo e Cigs ammontano a 6.344.279, in netta crescita rispetto al dato registrato, nel medesimo periodo di riferimento, negli ultimi quattro anni. Rispetto al 2008 il ricorso alla Cigo è aumentato del 189%, mentre la Cigs è aumentata del 113%. In termini di unità di lavoro a tempo pieno, gli esuberi stimati ammontano nel 2009 a 5.084, di cui 4.546 operai e 538 impiegati, un dato che è più del doppio degli esuberi stimati nel 2008.
Scorporando i dati per gestione, si evidenza che oltre 3 mila lavoratori sono interessati dalla Cigo, mentre sono poco più di 2 mila quelli in Cigs. Dall’andamento mensile emerge, inoltre, un aumento “anomalo” della Cigs nel periodo maggio-luglio 2009, con un incremento delle ore autorizzate di oltre 13 volte (dalle 64.259 ore di maggio alle 871.394 ore di luglio), a fronte di un andamento più regolare della Cigo, un’impennata che segnala un netto salto di “qualità” della crisi produttiva. La stessa flessione della Cigs registrata ad agosto è poco indicativa in quanto pesa in questo mese la componente stagionale.
Per quanto concerne la distribuzione territoriale del fenomeno, rispetto al 2007 e al 2008, è la provincia di Potenza a registrare il maggiore ricorso agli ammortizzatori sociali, con una platea stimata di lavoratori che superano le 3 mila unità, a fronte delle 2 mila del materano. Nel corso del 2009, quindi, il potentino ha sorpassato il materano nel ricorso agli ammortizzatori sociali, segnale di una redistribuzione territoriale della crisi, che aggiunge alle crisi storiche registrate negli ultimi anni nel materano (Valbasento, polo del salotto, etc.) nuovi e preoccupanti focolai nella provincia di Potenza.
Complessivamente la platea degli addetti, di ogni ambito produttivo, in cassa integrazione (ordinaria, straordinaria e in deroga) e in mobilità (ordinaria e in deroga) ammonta, secondo la stima del nostro centro studi, a circa 8 mila persone.
Disaggregando i dati Inps sulla cassa integrazione per settori produttivi, si evince che il 75% delle ore di Cigo complessivamente autorizzate tra gennaio e agosto 2009 fanno riferimento al settore industriale, che fa registrare una crescita del 270% rispetto all’andamento registrato nello stesso periodo del 2008. In netta crescita anche il ricorso alla Cigo nel settore dell’edilizia, che registra un incremento rispetto al 2008 del 75%. Il primato negativo del settore industriale si conferma per la Cigs con quasi il 97% delle ore erogate.
Vale la pena ricordare i principali focolai della crisi industriale che hanno investito negli ultimi tre anni la nostra regione, con particolare riferimento al polo del salotto, al comparto della chimica in Valbasento e più in generale al settore manifatturiero nella provincia di Potenza.
Per quanto riguarda il polo del salotto, una volta florido distretto industriale con ottime performance soprattutto sul fronte export, le tre principali aziende scontano una perdurante difficoltà di mercato, che si è tradotta in migliaia di lavoratori messi in cassa integrazione. Alla Natuzzi, leader del settore, i lavoratori in cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs) sono 1.320, alla Nicoletti, azienda nel frattempo fallita, le maestranze in Cigs sono 430, altri 130 lavoratori in Cigs si registrano alla Calia. La situazione è ancora più preoccupante nell’indotto dove si registrano chiusure di aziende e lavoratori in mobilità.
Nel settore chimico i lavoratori interessati dagli ammortizzatori sociali (cassa integrazione ordinaria e straordinaria e mobilità) sono più di un migliaio, in massima parte concentrati in Valbasento. Spiccano i casi recenti delle multinazionali Daramic (138 in Cigs), Panasonic (90 in Cigs), Phaizer (60 in Cigo) e vertenze storiche come Nylstar (367 in Cigs) e Ilpea (52 in mobilità).
Anche il tessile-calzaturiero ha pagato dazio alla crisi con i 280 lavoratori della Lucana Calzature in mobilità, cui vanno aggiunti quelli della Standartela (154 in Cigs) e Filatura di Vitalba (61 in Cigs), mentre problemi si annunciano anche per la Basind di Pisticci (35 addetti).
Il comparto metalmeccanico, nonostante la ripresa in atto nel settore automotive (Fiat e indotto), per effetto della politica d’incentivazione, non è esente da situazioni di crisi industriale, e la stessa vicenda della Lasme ne rappresenta la cartina di tornasole. Si ricorda in particolare la chiusura della Mahle (106 lavoratori messi in Cigs) e le difficoltà in Persud (48 in Cigs), Rejna (57 in mobilità), Industrie del Basento (35 in Cigs) e Italtractor (332 in Cigs).
Infine, per quanto riguarda il settore dell’industria agro-alimentare, c’è da segnalare il caso Vicenzi che, dopo aver rilevato lo stabilimento ex Parmalat di Vitalba, ha gettato la spugna mettendo i 154 addetti in Cigs e firmando un accordo per la mobilità volontaria incentivata.
Considerazioni
Alla luce della tendenza registrata direttamente dalle categorie del settore industria della Cisl, che integrano un’analisi dei dati disponibili dell’Inps, la prima valutazione generale ci porta a dire che la Cigo su base regionale nell’arco del periodo gennaio-agosto è aumentata di quasi tre volte, questo a conferma di un tessuto produttivo che, pur registrando un’intensa fase di crisi, è ricorso agli strumenti ordinari e temporanei che la legislazione mette a disposizione per fronteggiarla, tentando il mantenimento dei livelli occupazionali.
Ciò che invece preoccupa particolarmente è l’aumento tendenziale nel pari periodo del ricorso alla Cigs, che, ricordiamo, si applica in caso di crisi aziendale, che spesso anticipa la chiusura o, nella migliore delle ipotesi, la dolorosa ristrutturazione, con relativi esuberi di manodopera. In questo caso, rispetto all’analogo periodo del 2008, il numero delle ore autorizzate di Cigs dall’Inps è stato il doppio, un dato che denuncia l’incapacità di una parte del tessuto produttivo di questa regione di reagire alla crisi di mercato, scegliendo la chiusura, il ridimensionamento o, in alternativa, la delocalizzazione, come dimostrano (solo per citarne alcune) le vicende della Daramic, della Panasonic, della Mahle e, più recentemente, della Lasme.
Questa tendenza in qualche modo contrasta con gli indicatori nazionali e le affermazioni fatte la scorsa settimana dal ministro Sacconi in occasione della pubblicazione dei dati Inps sugli ammortizzatori sociali, affermazioni che valutavano con estrema enfasi l’inversione di tendenza registrata dalla Cigo su base nazionale, con un meno 60%. Si stratta a nostro avviso di un dato grossolano che non tiene conto delle differenze territoriali e della diversa capacità dei territori di fronteggiare la crisi.
Come rivela l’outlook sull’occupazione dell’Ocse, la crisi ha già provocato nell’area Ocse quasi 15 milioni di disoccupati e le condizioni del mercato del lavoro sembrano destinate a peggiorare ancora, con il rischio che la perdita di posti arrivi a oltre 25 milioni a fine 2010 rispetto al 2007, portando il totale dei disoccupati al record di 57 milioni.
Per l’Italia la stima a fine 2010 è di 1,1 milioni disoccupati in più rispetto al 2007, di cui oltre 850 mila in più rispetto al primo trimestre 2009, con un tasso di disoccupazione al 10,5%. Tendenza confermata recentemente dalla Svimez che per la Basilicata ha calcolato un perdita secca di posti di lavoro nel primo trimestre 2009 pari a 3.800 unità, solo per il settore industria.
Pur comprendendo la necessità di alimentare il clima di fiducia tra gli operatori economici e le famiglie, ci sembra al momento azzardato affermare che vi sia una reale inversione di tendenza, considerando che il mese di agosto è notoriamente quello meno indicativo per una lettura corretta dell’andamento degli ammortizzatori sociali.
Desta in ogni caso allarme la costante crescita sia a livello nazionale che a livello locale tanto della Cigo quanto della Cigs, segno che la crisi che ha toccato il tessuto produttivo è ancora lontana dal trovare una via di sbocco che la conduca fuori dal terreno minato della recessione. Tessuto produttivo che invece di tenere incomincia a sfaldarsi e il dato anomalo registrato tra giugno e luglio 2009 in Basilicata potrebbe confermare il processo di sfaldamento in atto del tessuto produttivo locale, facendo emergere dubbi e preoccupazioni sulla debolezza e sulla validità delle politiche finora messe in campo dalla Regione Basilicata a sostegno delle imprese lucane, finalizzate al superamento dalla crisi.
È necessario fare una verifica sulle politiche messe in campo negli ultimi due anni e sull’operato della task force, con una valutazione oggettiva dei risultati e dei possibili correttivi da apportare. A nostro avviso la Basilicata, in assenza di politiche di sostegno sistemico e vantaggi competitivi, non è pronta a cogliere i primi, timidi segnali della ripresa che si profila all’orizzonte. Il rischio da scongiurare è la sindrome di acquiescenza alla crisi nella speranza che la mano invisibile della ripresa possa risolvere ogni problema.
La nostra lettura è che si stanno registrando dei fenomeni estremamente preoccupanti, che in parte rispecchiano l’andamento nazionale, ma in parte rappresentano degli elementi di originalità territoriale che ci inducono a richiedere fortemente un momento di analisi e di confronto con le istituzioni e il mondo dell’impresa per una valutazione sull’efficacia delle azioni messe in campo negli ultimi due anni.
Inoltre, l’impoverimento del tessuto produttivo, testimoniato dall’aumento della Cigs, e anche dal ricorso alla mobilità ordinaria e in deroga, ci induce a considerare che la ripresa in Basilicata sarà tardiva e fiacca per via della riduzione della base produttiva e della scarsa reazione agli stimoli finora adottati. Il salto di qualità della crisi necessità di un salto di qualità degli strumenti di politica industriale ed occupazionale nel breve e medio periodo, nonché forme più adeguate e soprattutto più celeri di sostegno al reddito familiare. A tal proposito di fa rilevare che l’erogazione degli ammortizzatori sociali in deroga è bloccata al mese di giugno e dei previsti 28 milioni di euro stanziati per la Basilicata, ne sono stati impegnati appena 13.
Le proposte della Cisl
Noi vogliamo sollecitare la giunta regionale e le associazioni imprenditoriali a realizzare una strategia che, nel rinunciare alle “liste della spesa”, proponga 10 interventi riguardanti le politiche di sviluppo o cicliche e 10 interventi in misure anticicliche per combattere la crisi.
Per quanto concerne le misure cicliche, ovvero le misure ordinarie di politica economica, la Cisl ritiene non più rinviabile ed assolutamente urgente il varo di una misura programmatica concertata con tutte le forze sociali. Ovvero un piano d’intervento sulle dinamiche complessive dello sviluppo, che armonizzi le iniziative già in atto e le relative risorse, evitando duplicazioni e sprechi, che contempli, in un unico atto, il programma del governo regionale per gli interventi a sostegno delle produzioni, degli incentivi localizzativi, delle politiche attive del lavoro, della formazione. Una misura nell’ambito della quale la questione delle politiche industriali e delle attività produttive deve assumere una dimensione centrale in una visione d’insieme con un piano regionale per il lavoro e la formazione.
Richiamiamo in particolare la costituzione di un fondo per le convenienze localizzative che abbatta i costi energetici delle imprese; la realizzazione di un piano regionale sulla logistica; l’armonizzazione, attraverso un testo unico, delle norme sul lavoro e la formazione; la definizione di un programma per il rinnovamento del patrimonio edilizio della regione, consolidando uno dei settori trainanti dell’economica lucana; e poi il varo fondo di sostegno al reddito e alla previdenza, una specie di salario minimo garantito, indirizzato alle persone che hanno perso il lavoro e che sono prossime alla pensione.
Proponiamo, inoltre, un programma straordinario di riqualificazione dei lavoratori espulsi dai processi produttivi, particolarmente per gli ultra trentaduenni; un nuovo patto con i giovani, rimodulando e perfezionando la misura “Generazioni verso il lavoro”; la costituzione di una cabina di regia per la promozione orizzontale (dell’immagine della Basilicata nel paese e nel mondo) e verticale (di attrazione d’impresa); infine, un forte impulso all’information & communication technology, sia per quanto riguarda la diffusione capillare della rete a banda larga, che per quanto concerne la produzione di contenuti, obiettivo, quest’ultimo, coerente con gli indirizzi comunitari contenuti nel rapporto Kok sullo sviluppo di una vera economia della conoscenza e dell’innovazione.
Accanto alle misure cicliche, pensiamo ad un pacchetto di misure di contrasto al ciclo economico negativo. Per questo proponiamo di: attuare misure di protezione economica e sociale per i lavoratori in esubero congiunturale e/o strutturale; semplificare l’applicazione di contratti di solidarietà, cassa integrazione a rotazione, orario ridotto, settimana corta, etc. privilegiando la permanenza al lavoro alla mobilità e quindi al licenziamento; riconsiderare la programmazione comunitaria privilegiando la prevenzione della disoccupazione e il sostegno delle fasce deboli; utilizzare le misure già previste dalla legge di bilancio regionale 2009 per l’integrazione del reddito potenziandone gli aspetti di accompagnamento al lavoro e di apprendimento.
Proponiamo inoltre di: accelerare l’avvio delle opere pubbliche già cantierabili; definire un protocollo che impegni tutte le amministrazioni pubbliche lucane al pagamento delle forniture di beni e servizi entro il termine massimo di 90 giorni, anche attraverso l’attivazione di specifiche convenzioni con il sistema bancario; attivare una unità di crisi per il monitoraggio degli effetti della crisi sulla economia e sulle produzioni regionali per poter valutare tutti possibili interventi che possano rendere più efficaci le misure di contrasto; sostenere, coinvolgendo il sistema bancario, il reddito dei lavoratori dipendenti fuoriusciti dai processi lavorativi e in attesa di riconoscimento di ammortizzatori sociali, nonché le famiglie in difficoltà relativamente al pagamento dei mutui casa attraverso dilazioni e/o sospensioni dei pagamenti delle rate; promuovere, infine, un programma di microcredito attraverso l’attivazione di una convenzione con una Banca del settore del credito etico che intervenga con crediti ed anticipazioni a costi ridotti a favore dei collaboratori a mono committenza e dei piccolissimi imprenditori del commercio e dell’artigianato.
Appendice statistica
Ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ordinaria nel 2009 in Basilicata (dati Inps)
Ore autorizzate operai Ore autorizzate impiegati Totale ore autorizzate
Gennaio 754.338 53.282 807.620
Febbraio 484.330 35.120 519.450
Marzo 390.139 17.635 407.774
Aprile 484.954 32.356 517.310
Maggio 370.351 13.597 383.948
Giugno 382.429 19.606 402.035
Luglio 225.963 22.038 248.001
Agosto 496.599 20.833 517.432
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Totale ore autorizzate 3.589.103 214.467 3.803.570
Lavoratori stimati* 2.876 172 3.048
Ore autorizzate di cassa integrazione guadagni straordinaria nel 2009 in Basilicata (dati Inps)
Ore autorizzate operai Ore autorizzate impiegati Totale ore autorizzate
Gennaio 276.752 72.248 349.000
Febbraio 188.607 35.168 223.775
Marzo 93.833 24.920 118.753
Aprile 109.873 32.330 142.203
Maggio 53.998 10.261 64.259
Giugno 246.537 47.790 294.327
Luglio 697.303 174.091 871.394
Agosto 417.328 59.670 476.998
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Totale ore autorizzate 2.084.231 456.478 2.540.709
Lavoratori stimati* 1.670 366 2.036
Ore autorizzate di Cigo+Cigs nel 2009 in Basilicata (dati Inps)
Ore autorizzate operai Ore autorizzate impiegati Totale ore autorizzate
Gennaio 1.031.090 125.530 1.156.620
Febbraio 672.937 70.288 743.225
Marzo 483.972 42.555 526.527
Aprile 594.827 64.686 659.513
Maggio 424.349 23.858 448.207
Giugno 628.966 67.396 696.362
Luglio 923.266 196.129 1.119.395
Agosto 913.927 80.503 994.430
Settembre
Ottobre
Novembre
Dicembre
Totale ore autorizzate 5.673.334 670.945 6.344.279
Lavoratori stimati* 4.546 538 5.084
Andamento cumulato ore autorizzate Cigo e Cigs nel periodo gennaio-agosto (dati Inps)
2005 2006 2007 2008 2009
Cigo 2.049.255 1.381.832 778.778 1.316.124 3.803.570
Cigs 750.106 825.945 1.192.595 1.191.931 2.540.709
Totale 2.799.361 2.207.777 1.971.373 2.508.055 6.344.279
Andamento geografico ore autorizzate Cigo+Cigs nel periodo gennaio-agosto (dati Inps)
2005 2006 2007 2008 2009
Potenza 2.355.513 1.232.831 785.687 1.240.937 3.765.013
Matera 443.848 974.946 1.185.686 1.267.118 2.579.266
Basilicata 2.799.361 2.207.777 1.971.373 2.508.055 6.344.279
Stima* dei lavoratori in Cigo e Cigs nel periodo gennaio-agosto (elaborazione Cisl)
2005 2006 2007 2008 2009
Potenza 1.887 988 630 994 3.017
Matera 356 781 950 1.015 2.067
Basilicata 2.243 1.769 1.580 2.009 5.084
Numero di lavoratori in Cigs e mobilità in deroga nel 2009 (dati Regione Basilicata)
Cigs in deroga Mobilità in deroga
342 1.551
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