Puntualmente, in questo periodo, torna centrale la discussione sul “caporalato” e sullo sfruttamento dei lavoratori. Dibattiti, interventi e fiumi di parole si sprecano in ogni ambito da quello politico a quello sociale ponendo al centro il tema del riconoscimento dei diritti di cittadinanza ed il rispetto per uomini e donne
che hanno il solo torto di vivere nel bisogno di dover lavorare anche alla mercé di “esseri malavitosi”.
Le segreterie regionali di FAI-FLAI-UILA, però, esprimono forte preoccupazione per il diffondersi di questa triste prassi anche in alcuni ambiti della pubblica amministrazione e, nello specifico, nella testa di alcuni pseudo-funzionari di un’area programma dell’area sud della nostra Provincia che pensano di essere i paladini di una giustizia che non esiste e non è mai esistita.
“Da tempo parliamo della necessità di mettere in campo nella pubblica amministrazione un percorso di maggiore trasparenza e, soprattutto, di vicinanza ai cittadini e a chi, “ob torto collo”, li rappresenta (le Organizzazioni Sindacali). Si rassegni il “nuovo caporale”, il movimento sindacale sarà sempre più presente tra questi lavoratori per tutelarli e rappresentarli.
Purtroppo, è proprio grazie a questi personaggi che viene fuori un’immagine distorta dei lavoratori della P.A. che, invece, svolgono un ruolo fondamentale per il funzionamento del nostro Paese.
A questo fantomatico personaggio diciamo che mai (!!!!!) bisogna speculare sulle fasce più deboli dei lavoratori, i forestali, per darsi un ruolo. È giusto che si interpreti la pubblica amministrazione come una missione, uno scopo, uno strumento così come la politica è giusto che sappia che il saper amministrare è un’arte, l’arte del saper sentire, ascoltare e concretizzare in azioni quelle che sono le esigenze del territorio e di chi in esso vive. Parlare con la gente per risolvere i problemi, confrontarsi con il sindacato è un esercizio non solo utile ma indispensabile; sentirne le necessità, le speranze e le esigenze che provengono dal territorio non solo fa sentire forte il ruolo che con onore svolge, ma anche l’importanza e la delicatezza che da questa constatazione ne consegue. Diceva il Principe della risata: “Siamo uomini o caporali?”
Se siamo noi ad amministrare la cosa pubblica come mandato e perciò siamo Uomini oppure sono la burocrazia, l’esercizio del prestigio e le esigenze di apparire che ci fanno agire in nome e per conto della pubblica amministrazione rendendoci Caporali? Perché si diventa caporali quando si va sui cantieri forestali a creare terrorismo psicologico sui lavoratori e sulle lavoratrici alterando il ruolo ed i compiti del Sindacato e del rappresentante sindacale dei lavoratori. Si può mai pensare di avere a che fare con soggetti che mettono le mani nelle tasche dei lavoratori e per meri cavilli burocratici, spaccando il capello in quattro, bloccano i pagamenti a lavoratori che campano di pochi spiccioli? È opportuno che la politica regionale intervenga con decisione perché è stata, dalle scriventi, già informata della situazione. Qualora ciò non accada sarà evidente la complicità che lega la politica regionale con questi pseudo rappresentanti della pubblica amministrazione.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.