“A pochi giorni dalla sottoscrizione dell’accordo di proroga che concede altri sei mesi di cassa integrazione straordinaria alla Ferrosud Spa, appare doveroso fare una disamina della situazione aziendale. L’accordo sottoscritto in Regione lo scorso 29 aprile, nasce dall’intesa raggiunta tra l’ente regionale e la stessa azienda sul Piano industriale 2011-2012,
che promette il rientro in servizio di tutto il personale in organico, per un totale di 111 lavoratori, entro il mese di ottobre. Tale prospettiva potrebbe risultare produttiva se ci limitassimo ad una lettura oggettiva della vicenda. Abbiamo un’azienda operante nel territorio lucano in difficoltà, ma in grado di assicurare un piano produttivo in grado di garantire una ripresa”.
E’ quanto mette in risalto in una nota stampa il segretario regionale dell’UGL Basilicata metalmeccanici, Giuseppe Giordano il quale precisa che “ la chiave di lettura cambia se l’azienda è la Ferrosud Spa di Matera, originariamente del Gruppo Ansaldo Breda, poi acquisita dal gruppo Mancini che, contrariamente all’impegno assunto per mantenere e rilanciare lo stabilimento attraverso la sua ristrutturazione, a distanza di quasi 10 anni, non solo non è stata in grado di assicurare prospettive produttive ed occupazionali ma è venuta meno a tutti gli impegni presi, producendo un pesante indebitamento. Forte vuole essere la denuncia dell’UGL – prosegue il segretario Giordano -, nonostante quasi il 70% dei lavoratori dipendenti attualmente in forza allo stabilimento, risulti in cassa integrazione guadagni, nonostante il portafoglio ordini del gruppo non sia in grado di garantire una stabilità produttiva, ma a stento la sopravvivenza per meno di due anni, la Regione rinnova la sua fiducia con l’ennesima concessione senza futuro. La scelta appare non solo immotivata, ma quanto mai scellerata, perché attuata a favore di una società che non è stata in grado di garantire una ripresa, ignorando l’acquisita disponibilità di imprenditori materani pronti alla rilevazione dello stabilimento materano e all’accollo dei debiti certificati. Ma la vicenda della FERROSUD non è l’unica incomprensibile storia di cattiva conduzione dell’Ente regionale. Nel panorama lucano della gestione all’insegna dell’inefficacia e dell’inefficienza ritroviamo un lungo elenco con tantissimi altri casi noti come la SINORO di Tito Scalo e la LUCANA METALLI di Melfi. L’azienda melfese, dopo aver chiesto alla fine dello scorso anno la Cigs per tutte e 45 le unità, al fine di attuare la sostituzione della piattaforma automatizzata, con l’impegno entro 6 mesi di riprendere l’attività produttiva, alla vigilia della scadenza, non appare in grado di presentare alcun piano produttivo. Di qui la preoccupazione delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori il cui futuro appare quanto mai celato dall’incertezza. Il caso della Sinoro a parere dell’UGL, appare ancor più emblematico, in quanto, nonostante il tentativo di conciliazione attuato dai sindacati dei lavoratori con i vertici dell’azienda cinese, non si è riusciti ad avere neppure un confronto serio. La situazione appare in tutta la sua gravità se si pensa che i lavoratori, oltre a non percepire lo stipendio da diversi mesi, sono sottoposti a mortificazioni, a minacce e vessazioni. Potremmo dilungarci con tantissimi esempi di aziende che come queste hanno ricevuto forti incentivi regionali e statali in forza di un piano produttivo mai attuato, in virtù del raggiungimento di obiettivi occupazionali e produttivi mai perseguiti, eppure, ci troviamo dinnanzi a società che continuano ad essere premiate dal sistema con nuovi fondi…nuova fiducia…continuo spreco di risorse pubbliche. Dice un vecchio detto: “Sbagliare è umano, perseverare è diabolico”. Considerati gli scarni risultati, chiediamo alla regione Basilicata – conclude il sindacalista UGL – di invertire la rotta, di rivedere la politica degli incentivi e dei capitali elargiti a fondo perduto. In un ottica di federalismo fiscale e di buona gestione della cosa pubblica, si potrebbe pensare a politiche di defiscalizzazione agendo direttamente sulle addizionali Irpef, sulla riduzione o addirittura all’azzeramento in alcuni casi dell’aliquota Irap, sarebbe auspicabile sostituire gli interventi a pioggia con poche ma mirate iniziative, sarebbe opportuno rimarcare un concetto: “premiare innanzitutto le imprese virtuose”.
.
Scrivi un commento
Devi accedere, per commentare.