“L’annuncio oggi dell’ad Sergio Marchionne che Fiat Group Automobiles ha disdetto, a far data dal primo gennaio 2012, tutti gli accordi sindacali vigenti e “ogni altro impegno derivante da prassi collettive in atto” in tutti gli stabilimenti automobilistici italiani è un fatto grave a cui e’ necessario rispondere immediatamente con l’apertura di un tavolo negoziale.
I lavoratori, in ogni caso sappiano che in nessun modo il sindacato permettera’ un arretramento di stato di diritto e livello retributivo e finche’ non c’e’ un nuovo accordo tra le parti rimangono in vigore quelli precedenti. Sia chiaro: la decisione della Fiat di uscire da Confindustria non l’abbiamo condivisa ma ”abbiamo rispettata. Ora e’ diverso e siamo in presenza di una forzatura del Gruppo. E come ha annunciato la UILM nazionale, reagiremo in modo sindacale. Venerdi’ scorso avevamo proposto che a partire dal prossimo anno ci sarebbe voluto un contratto specifico per il gruppo Fiat che durasse almeno un anno. Poi, alla scadenza del contratto nazionale dei metalmeccanici, a fine 2012, i due contratti potrebbero trovare collocazione in un unico alveo. Il sindacato in questo arco di tempo avrebbe un essenziale ruolo di mediazione tra le due posizioni, ma il garantire da subito una copertura contrattuale a tutti i lavoratori del settore auto.Per noi restano in piedi gli impegni che lo stesso Marchionne ha confermato il 25 ottobre scorso, nell’ultimo incontro con Cisl, Uil, Fim, Uilm e Fismic, e degli investimenti in Italia ai sindacati e quindi la piena validità del Progetto Fabbrica Italia. Il catastrofismo di altri sindacati circa la volonta’ di abbandono industriale dal Paese non ha alcun motivo, come non hanno motivo le paventate preoccupazioni sul contratto nazionale collettivo di primo livello per i lavoratori del gruppo Fiat che sarà oggetto di trattativa al più presto.
In sintesi gli impegni Fiat riguardano il lancio della nuova Panda entro l’anno a Pomigliano, della Maserati a Grugliasco nel 2012 e del Suv Jeep a Mirafiori a partire dalla seconda meta’ del 2012. Anche su Melfi e Cassino viene confermata la volonta’ dell’Azienda a investire rispettivamente sui segmenti B e C, garantendo la saturazione degli impianti e dei conseguenti livelli occupazionali.
E’ piuttosto la situazione dei mercati a preoccuparci: ad ottobre la Fiat Group Automobiles ha segnato un calo del 10,2% delle immatricolazioni rispetto a quelle di un anno fa e la sua quota di mercato nel vecchio continente è scesa al 6,6% rispetto al 7,2% del 2010. E tutto ciò, come sanno bene gli operai della Sata, si ripercuote direttamente sul ricorso alla cassa integrazione e produce quindi l’alleggerimento dei salari.
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