Le sfide, del resto, non mancano. La Fiat prima di tutto, il più grande insediamento industriale della regione, “che ha rafforzato le produzioni nei paesi in via di sviluppo dove la manodopera è molto più conveniente della nostra. Noi invece abbiamo sempre detto che l'industria automobilistica italiana può competere con quella asiatica e con quella americana ed europea puntando sulla innovazione e sulla qualità “La Fim Basilicata è cresciuta in questi sedici mesi in termini di iscritti, di consenso e di capacità di proposta”, ha detto Zenga, più che soddisfatto per il grande impegno profuso dai dirigenti e dai delegati per riorganizzare e dare nuova forza alla Fim. Le sfide, del resto, non mancano. La Fiat prima di tutto, il più grande insediamento industriale della regione, “che ha rafforzato le produzioni nei paesi in via di sviluppo dove la manodopera è molto più conveniente della nostra. Noi invece abbiamo sempre detto che l'industria automobilistica italiana può competere con quella asiatica e con quella americana ed europea puntando sulla innovazione e sulla qualità. E quando la Fiat lo ha fatto le vendite delle auto sono aumentate incredibilmente raddoppiando il valore delle azioni in borsa”. Di Fiat ha parlato anche il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, che ha sottolineato la necessità di assicurare a Melfi un ruolo centrale nello scacchiere del gruppo torinese valorizzando il grande differenziale di produttività dei lavoratori Sata. Fiat a parte, però, la situazione dell'industria lucana è piena di note dolenti. “C'è uno stato di crisi che viene da lontano e che va assumendo caratteri preoccupanti. Il problema – ha detto Falotico – non è la mortalità fisiologica delle aziende ma la bassa natalità che porta ad un progressivo depauperamento del tessuto industriale”. Ma il sindacato non sta a guardare ed è pronto alla mobilitazione. Falotico ha annunciato una nuova riunione, fissata per il prossimo 3 ottobre, dei direttivi unitari di Cgil-Cisl-Uil sulla base di una piattaforma comune di rilancio del settore industriale e non ha escluso il ricorso allo sciopero del settore industria.
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