Nel corso del consiglio generale tenutosi a Rifreddo il segretario generale della Cisl lucana, Nino Falotico, ha lanciato la sfida dello sviluppo. Presto un documento-piattaforma con Cgil e Uil per aprire un confronto vero con il governo regionale. E se la concertazione con il De Filippo bis non decollerà, sarà un autunno caldo Potenza, 12 luglio 2007 – Stamane a Rifreddo di Pignola riunione del consiglio generale della Cisl Basilicata. Sviluppo, partecipazione, pari opportunità e giustizia sociale i temi che hanno fatto da sfondo alla seduta odierna del parlamentino cislino. All'ordine del giorno, la relazione politico-organizzativa del segretario generale Nino Falotico, a metà del percorso congressuale e in preparazione delle assemblee organizzative autunnali, nonché una serrata disamina della situazione economica e sociale della regione. “L'assemblea organizzativa”, ha detto Falotico aprendo i lavori, “costituisce un importante appuntamento per la nostra organizzazione ed è utile per analizzare la situazione che i lavoratori, i pensionati, i disoccupati vivono in questo momento”. Le aspettative tradite. Secondo il leader della Cisl “la nascita del governo di centrosinistra aveva creato molte aspettative. Quanto detto e promesso in campagna elettorale poteva essere il prodromo di un cambiamento nella vita dei ceti più deboli. Il cuneo fiscale, la riduzione della tassazione a livello nazionale, una diversa attenzione nei confronti dello stato sociale e delle politiche per il lavoro, in specie gli ammortizzatori sociali, la creazione del fondo per la non autosufficienza, l'abolizione dello scalone, hanno creato molte speranze. E invece la riduzione delle aliquote fiscali nazionali è stato vanificato, di fatto, dall'aumento della tassazione a livello locale e dalla riduzione dei trasferimenti al sistema degli enti locali, con ripercussioni negative sulla qualità dei servizi sociali, mentre la precarietà, che doveva essere debellata, sussiste tuttora”. Le pensioni. Nell'agenda del consiglio generale non poteva mancare il tema attuale delle pensioni. Falotico ha evidenziato la necessità di “uno scambio intergenerazionale che deve cementare il paese. Dobbiamo trovare la quadratura del cerchio tra le esigenze degli anziani e quelle di coloro che stanno maturando i requisiti pensionistici e dei giovani, ben lontani dalla pensione, che devono avere delle prospettive future, ma tenendo anche presente che i lavori non sono tutti uguali, mi riferisco, in particolare, ai lavori usuranti per i quali è giunto il momento di dare una definizione oggettiva”. Falotico si è detto soddisfatto per la schiarita sulle pensioni minime che prevede un anticipo di 324 euro e aumenti differenziati in ragione degli anni di contribuzione che vanno da 28 a 39 euro al mese. “Questo risultato è importante – ha sottolineato Falotico – perché segna una inversione di tendenza. Dopo 15 anni di cattive notizie i pensionati ottengono la rivalutazione delle pensioni con verifica annuale sul costo medio della vita e del Pil”. E ricordando la manifestazione di ieri della Cisl davanti alla sede dell'Ulivo con lo slogan “la politica divide, il sindacato unisce”, Falotico ha detto che “la gente deve conoscere la verità, c'è chi si è battuto con i giovani e c'è chi continua a fare propaganda e demagogia alimentando una guerra intergenerazionale”. I giovani. Il leader della Cisl ha ricordato che qualcosa si è fatto in favore dei giovani. “Abbiamo ottenuto la possibilità per i giovani di riscattare la laurea, è stata aumentata l'indennità di disoccupazione dal 50 al 60% della retribuzione, è stata garantita la copertura contributiva nei periodi di disoccupazione in misura del 100% dell'indennità percepita. Lo stesso ragionamento vale per i giovani con contratti atipici. Inoltre, l'immissione in ruolo di 60mila precari nella scuola rappresenta un primo passo significativo. Il prossimo passo sarà realizzare un patto per la pubblica amministrazione, sapendo senza ipocrisie che la madre di tutte le priorità si chiama stabilizzazione del precariato”. La verifica regionale. Nella relazione del segretario generale non è mancato un riferimento alla recente verifica in seno alla giunta regionale. “Giudicheremo l'operato del De Filippo bis alla prova dei fatti – ha promesso Falotico – tenendo conto anche della reale volontà concertativa che in questi due anni è stata solo simulata. Sui riscontri programmatici ravvisiamo inoltre alcune debolezze e contraddizioni”. Nell'invitare la classe politica regionale “a superare le tentazioni elitarie e autoreferenziali”, Falotico ha detto che “la Cisl non farà sconti e valuterà con grande rigore le azioni prioritarie da mettere in campo, in particolare quelle che riguardano la crescita economica, le politiche di solidarietà e coesione, le politiche per il lavoro, badando sia alla qualità che alla quantità di nuova occupazione e dando al contempo risposte forti al delicato universo delle tante precarietà”. Alcune priorità. Tra le misure che la Cisl giudica prioritarie anche il completamento del processo di razionalizzazione della spesa regionale, con il superamento delle comunità montante e la rivisitazione dei consorzi di bonifica e delle Asi. Ancora inadeguate, secondo la Cisl, le proposte per superare lo stato di crisi strutturale in cui versa gran parte del settore manifatturiero, mentre necessitano di un sostanzioso aggiornamento le politiche di infrastrutturazione materiale ed immateriale, con un occhio di riguardo alla diffusione dell'information technology e al rafforzamento delle piccole e medie imprese. Così come vanno rafforzate le politiche di inclusione sociale. Il documento-piattaforma. Falotico ha inoltre annunciato che “la Cisl, insieme a Cgil e Uil, si appresta a varare una proposta-piattaforma per rilanciare lo sviluppo della regione che farà da base al confronto con la giunta regionale e che promuoveremo con una intensa campagna informativa su tutto il territorio. Il governo regionale deve sapere che ormai è di fronte a una strada obbligata: o si apre alla partecipazione e al consenso delle forze sociali, a partire dal sindacato, o sarà un autunno socialmente caldo e carico di conflitti”.

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