E’ sicuramente un fatto positivo la firma dell’accordo per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro dei lavoratori metalmeccanici che interessa circa 15 mila in Basilicata e oltre 2 milioni in tutto il Paese. Il risultato positivo dell’intesa è stato raggiunto grazie alla mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che si è svolta nelle fabbriche e nel Paese.
Il rinnovo contrattuale ha sconfitto la logica confindustriale della demolizione del Contratto Collettivo Nazionale, unico strumento di regolazione del rapporto di lavoro a garanzia dei diritti di tutti i lavoratori e di solidarietà ma anche dell’esercizio corretto dell’impresa.
Importanti sono le quantità salariali che percepiranno i lavoratori ovvero 127 euro al 5° livello e 109 al terzo livello.
A tal proposito non deve sfuggire a nessuno che la campagna mediatica scatenata dalla Confindustria è stata di pura propaganda considerato che gli stessi aumenti contrattuali saranno scaglionati nel tempo con un allungamento della scadenza fino a 30 mesi.
Riteniamo sufficienti le aperture del sindacato sull’orario di lavoro, che comunque rimane fissato in 40 ore settimanali, aumentando le ore di straordinario da 32 a 40 esenti dalla contrattazione e la possibilità per le aziende di utilizzare uno dei permessi annuali retribuiti e spostarlo all’anno successivo.
E’ altrettanto importante aver affermato punti di avanzamento sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e aver recepito contrattualmente la direttiva europea sui diritti di informazione e consultazione nelle imprese con almeno 50 dipendenti, oltre ad aver conseguito un miglioramento delle parti che riguardano il mercato del lavoro.
Ora la parola passa ai lavoratori e alle lavoratrici che dovranno approvare l’intesa raggiunta.
Appare tuttavia non accettabile la posizione di Confindustria di voler introdurre il salario diversificato per aree geografiche, ciò significa tornare alle “gabbie salariali” superate dalla storia e reintrodurle porterebbe ad una condizione arcaica il Paese, senza considerare che la cosiddetta contrattazione di secondo livello (o aziendale) di fatto rappresenta un elemento importante per la produttività delle aziende.
Come si vede anche in ciò il problema per le imprese è esclusivamente il profitto e non la questione salariale che, a nostro parere, è generalizzata e interessa i lavoratori di tutto il Paese, dalla Basilicata alla Lombardia.
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