Gravissimo atteggiamento tenuto dai vertici dell’azienda CFP di Pisticci che produce pellicole per alimenti e farmaci. L’azienda ha all’organico 69 lavoratori già interessata da una ristrutturazione massiccia, infatti l’organico iniziale ammontava a 149 unità lavorative totali che ha prodotto negli ultimi anni un fatturato di tutto rispetto. Infatti, oggi l’amministratore delegato non si è presentato al tavolo negoziale convocato da Regione Basilicata, come convenuto alcuni giorni fa da tutti i soggetti partecipanti all’incontro, task force regionale, azienda, amministrazioni locali, confindustria e organizzazioni sindacali. Il comportamento aziendale è di grave scorrettezza e arroganza nei confronti di Regione Basilicata, del sindacato e dei lavoratori. Non è possibile pensare alla chiusura dello stabilimento di Pisticci e licenziare 69 lavoratori senza aver avviato ed esperito un confronto sindacale serio sul piano industriale e di attività produttive aziendali. E’ inaccettabile nel metodo e nel merito l’iniziativa dell’azienda che fra l’altro paventa supposte responsabilità sindacali sfuggendo al tema centrale del confronto ovvero la chiusura dello stabilimento. E’ noto come le ristrutturazioni e le riorganizzazioni aziendali già avvenute in passato sono state realizzate grazie alla responsabilità del sindacato di categoria e dei lavoratori tutti. Altrettanto incomprensibile è l’atteggiamento tenuto da Confindustria che di fatto ha alimentato una situazione paradossale sotto il profilo della responsabilità verso il territorio lucano. Pertanto, invitiamo l’azienda a riprendere con urgenza il confronto e a sospendere la procedura di mobilità già avviata unilateralmente, chiediamo al governo regionale di esercitare “con tutta l’autorevolezza che le è propria” ogni iniziativa al fine di evitare una ulteriore chiusura produttiva in un’area industriale già gravemente sottoposta a processi di deindustrializzazione e di perdita continua di posti di lavoro. Per quanto ci riguarda riteniamo che il confronto con l’azienda e le istituzioni debba avvenire senza trucchi avendo come unico obiettivo la salvaguardia del sito produttivo e del futuro occupazionale dei lavoratori. In questo caso crediamo che la responsabilità sociale dell’impresa (se esiste) debba consistere esattamente nel dover modificare l’atteggiamento fin qui tenuto ed approcciare la vertenza, sicuramente difficile, in maniera trasparente e decisiva al fine di determinare le condizioni per una ripresa possibile.
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