Un uomo di 30 anni, Adriano Lo Fiego, di Francavilla Sul Sinni (PZ), è stato arrestato stamani, in flagranza di reato, mentre dava fuoco ad un ginestreto, vicino ad un bosco, a Fardella (PZ), dagli agenti del Corpo Forestale dello Stato del CTA del Parco Nazionale del Pollino.
L’arresto è stato disposto dal Pm di turno della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro (PZ). L’uomo, dopo un perquisizione domicilare, che ha dato esito negativo, è stato associato al carcerce di Sala Consilina (SA).
L’operazione, effettuata nell’ambito dei servizi di prevenzione coordinati dal vice questore del CFS, Giuseppe Melfi è stata possible grazie alla preziosa collaborazione dei volontari di Protezione civile di Fardella che svolgono attività di avvistamento e spegnimento degli incendi boschivi nell’ambito del Piano Antincendio predisposto dal Parco Nazionale del Pollino.
L’uomo è stato colto in flagrante alle 4,40 di stamani. Sul posto dove il piromane stava innescando degli incendi con delle carte sono intervenuti gli agenti forestali di Viggianello, Chiaromonte e di Fardella (PZ).
Grande soddisfazione per l’opera di prevenzione e per l’arresto dell’incendiario è stata espressa dal presidente del Parco Nazionale del Pollino, Domenico Pappaterra:
“L’opera degli uomini del Corpo Forestale dello Stato e delle Associazioni di Protezione civile, che insieme hanno dato attuazione al Piano Anticendi Boschivi che abbiamo predisposto, laddove è stato attuato con scrupolo ha dato i suoi frutti. L’arresto odierno, che segna, probabilmente, l’ultima colpa di coda di una stagione che senza l’opportuna prevenzione svolta si sarebbe potuta trasformare nell’ennesima stagione di fuoco anche per il Pollino, al pari di quella del 2007, n’è la dimostrazione. Come illustreremo nei prossimi giorni nel corso di una conferenza stampa – continua Pappaterra – il numero degli incendi, e soprattuto di superficie boschiva e non bruciata si è ridotto sensibilmente e con esso il conseguente danno al pregevole patrimonio naturalistico del Parco. Ciò ci da’ la forza – conclude Pappaterra – di continuare nell’opera intrapresa per abbattere del tutto il fenomeno e preservare ancora meglio quelle aree che quest’anno sono sate colpite, analizzandone i motivi”.
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