L’ISTAT purtroppo conferma che le più penalizzate sono soprattutto donne, la percentuale più numerosa si segnala nel Mezzogiorno e sono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o in cerca di occupazione.
Il tasso di disoccupazione tra le persone tra 15 e 24 anni sale al 29,4% con il nostro Paese al quart’ultimo posto, davanti solamente a Ungheria (30,5%), Slovacchia (37.7%) e al fanalino di coda Spagna. Questo significa che da noi in Basilicata la percentuale dei giovani senza lavoro è sicuramente più alta della media nazionale.
I dati sembrano mostrare dunque una tendenza a una maggiore precarietà proprio delle fasce deboli che entrano ed escono dal mercato del lavoro, poiché maggiormente interessate da contratti flessibili.
Preoccupante anche l’aumento della quota di “scoraggiati”. È sempre più necessario, dunque, che tutte le energie economiche del sistema politico e non, siano convogliate verso azioni concrete e immediate che creino le condizioni per una inversione di tendenza, come un efficace sistema di incentivi alla buona occupazione. Il continuo deterioramento del mercato del lavoro rischia, infatti, di trasformarsi in uno dei problemi sociali più gravi del nostro Paese.
Concordiamo che non ci sono ricette immediate e non ne avremmo certamente attese ieri dalla presentazione del Rapporto dell’Obi, ma dobbiamo continuare, ciascuno per la propria responsabilità, continuare a costruire speranze per i nostri giovani e le donne che non hanno ancora conosciuto il lavoro”.
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