E’ una brutta storia di violenza psicologica e percosse quella accaduta a Matera nei giorni scorsi. La vittima è un minorenne costretta prima da un coetaneo e poi da due adulti a rubare l’oro custodito in casa.   

Per evitare che il ragazzino confessasse lo ricattavano con una foto in cui aveva in mano uno spinello.

 

Luigi Montemurro e Giuseppe Barreca, cinquantenni noti alle forze dell’ordine (ultimamente le loro attività border line si dividevano tra guide abusive e gestioni di locali non in regola) sono da questa mattina agli arresti domiciliari con divieto di comunicare con chiunque. Il primo dovrà rispondere di estorsione mentre Giuseppe Barreca di violenza privata e favoreggiamento.

L’operazione che ha portato all’arresto dei due è iniziata stamattina intorno alle 4,30. Montemurro è stato raggiunto dai poliziotti a Santeramo mentre Barreca era al Centro commerciale il Circo, si stava occupando del servizio d’ordine di un casting in corso a Matera.

E’ stata la madre del 15enne che ha subìto l’estorsione a rendersi conto che il figlio portava via da casa catenine e oggetti in oro. Il ragazzino le ha confessato le minacce degli adulti e le botte prese dall’altro minore. I due hanno quindi chiesto aiuto in Questura.

In un mese i poliziotti delle Volanti coordinati dal vice questore aggiunto Maria Concetta Piccitto hanno messo fine all’incubo vissuto dall’adolescente e da un suo amico, testimone delle minacce. Le minacce di Montemurro e Barreca avevano terrorizzato i ragazzini. Un giorno mentre erano a scuola avevano fatto chiamare il 113 in quanto si erano accorti che i due adulti si aggiravano nelle vicinanze dell’istituto. Barreca, secondo quanto affermato da Piccitto in conferenza stampa, era addirittura andato a casa di uno dei minori per convincerlo – sempre con minacce – a non dire niente.

La dirigente delle Volanti e il vice questore aggiunto Luisa Fasano hanno sottolineato la singolarità dell’accaduto: “E’ indicativo il fatto che alcuni adulti si siano associati con i minori. E’ indice di una situazione di degrado rilevante, pericolosa per la crescita dei ragazzini che all’uscita della scuola possono avere contatti equivoci”.

A coordinare le indagini è il pm Alessandra Susca, il gip Angela Rosa Nettis.

Rossella Montemurro           

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