Il tenente Antonio Fortunato, 35 anni, originario di Lagonegro (Potenza), che comandava la pattuglia che ha subito l’attentato di questa mattina a Kabul, lascia la moglie Gianna, insegnante precaria, e un figlio piccolo. Con la famiglia si era stabilito da alcuni anni nelle vicinanze di Siena, a Badesse.

La sua famiglia è residente a Tramutola, nel potentino. L’abitazione di Badesse è visitata da colleghi, amici e parenti che stanno portando il loro conforto. «Era un uomo grande, maestoso, che amava profondamente il suo lavoro»: così, tra le lacrime, la cugina Antonietta ricorda l’ufficiale morto nell’attentato di Kabul. Nella casa dei genitori di Fortunato, in campagna, stanno arrivando i parenti che risiedono nel paese lucano, mentre i genitori e i fratelli (Alessandro e Teresa) sono in viaggio per la Toscana. «Antonio – ha aggiunto la cugina – non veniva spesso in paese. Quando lo faceva si fermava a casa dei suoi genitori. Per me – ha proseguito Antonietta, che ha un anno meno del tenente – lui era come un fratello. Amava il suo lavoro, per lui ogni missione era un’avventura dalla quale portare a noi della famiglia qualcosa di nuovo».
 

Il tenente era molto conosciuto nella piccola località, dove i vicini sono al corrente delle sue missioni all’estero con la brigata Folgore. Intanto secondo quanto appreso una psicologa si sarebbe recata alla scuola del bambino appena si è diffusa la notizia della morte del padre per attivare un programma di assistenza dedicato ai familiari in circostanze come questa.

Il padre di Antonio Fortunato «aveva paura per il figlio e per le sue missioni in Afghanistan», ha detto il sindaco di Tramutola (Potenza) Ugo Scalera, il quale, parlando con i giornalisti, ha aggiunto che «il padre, la madre, il fratello Alessandro e la sorella Teresa sono partiti per Monteriggioni (Siena), dove l’ufficiale risiedeva».
«Antonio – ha aggiunto il sindaco – dopo la leva militare, 15 anni fa, aveva cominciato la carriera nell’esercito. In paese veniva per salutare i genitori. L’ultima volta è venuto qui, a maggio, prima di partire per l’Afghanistan. Il padre – ha continuato Scalera – è una persona laboriosa, così come il resto della famiglia. Lui parlava delle sue preoccupazioni per le missioni del figlio in Medio Oriente».

A Tramutola, paese fra i più importanti della Val d’Agri, si sta diffondendo la notizia della morte di Fortunato. Alcune persone hanno detto che «il militare, quando veniva in paese, stava sempre a casa dei genitori».

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