dea - scultura in noceLa rassegna di sculture lignee del maestro Giuseppe Ligrani, dal titolo “Nel passato la radice del presente, nel presente il seme del futuro”, in esposizione a Banzi ha avuto talmente successo e apprezzamento, da provocare il furto di una delle opere dell’allestimento. Risale alla mattinata di ieri, 3 settembre l’amara scoperta. La mostra, inaugurata il giorno 7 agosto, resterà a Banzi fino al 10 settembre, ubicata nel supportico abbadia. Fino alla scoperta della scomparsa di una delle sculture, era stata ammirata per la singolare creatività da un vasto pubblico.

L’autore non avrebbe mai pensato che questa ammirazione potesse far commettere un gesto così poco onorevole e pertanto lancia un appello a quanti possono aiutarlo a rientrare in possesso dell’opera. Le foto allegate confermano la singolarità della scultura, che non può senz’altro essere confusa con altre dello stesso materiale. Le opere del maestro Ligrani hanno la caratteristica di avere un doppio profilo.

Due volti, dunque, e quattro occhi, che non sono bastati a scoraggiare il malintenzionato sottrattore. Stupore, amarezza e solidarietà, sono stati espressi all’artista anche dalla Pro Loco “Amici di Ursone” che aveva organizzato l’evento.

Un consiglio per il ladro: riportare la scultura, denominata “Dea” dove era collocata, l’arte non si può sottrarre, l’arte si può solo ammirare, perché trasmette, riflette e ispira solo sentimenti nobili. L’ammirazione della bellezza di una dea è un privilegio che non può essere compatibile con il disonorevole possesso perpetrato con un furto. Possedere un’opera d’arte trafugata, che non si potrà mai esporre all’ammirazione di altri, è una misera consolazione, che ricorderebbe in ogni momento, a chi l’ha rubata, quanto il gesto sia stato riprovevole.

 

 

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