Dopo i primi eventi e una ricerca immersa, come da tradizione, negli spazi della città, il Festival Città delle Cento Scale torna a Potenza con un appuntamento molto atteso Mercoledì 6 novembre, al teatro Stabile di Potenza (ore 20.30), va in scena A.H. di Antonio Latella 

A.H. di Antonio Latella andrà in scena al teatro Stabile (ingresso alle 20.30) mercoledì 6 novembre. Lo spettacolo rientra nella sezione “petrolio”, uno dei percorsi su cui è stato sviluppato il cartellone del festival in questa quinta edizione (le altre due sezioni sono “rito” e “comunità”)L’appuntamento conferma l’offerta di alta qualità ricercata dall’associazione Basilicata 1799 nel modulare l’intero festival. Latella è considerato tra le figure di spicco del nuovo teatro, vive e lavora tra Berlino e l’Italia, è ricercato dalla critica e da un pubblico sempre più vasto. La performance è parte di un importante lavoro di ricerca sul tema della menzogna, cosruito in più produzioni: A.H. si affida, sul palco, a un intenso Francesco Manetti.

 

 Lo spettacolo si innesta nella riflessione sulla complessità delle relazioni individuo/storia/territorio che segna un po’ l’intera sezione “petrolio”. A.H. è infatti una riflessione sul male.

 «E se invece di mettere i baffi alla Gioconda li togliessimo a Hitler? Questa domanda – scrive Latella – non vuole essere una provocazione ma è, nella sua assurdità, il punto interrogativo da cui partiamo. Volgere lo sguardo da quel quadratino peloso, quella mosca sotto al naso, maschera dell’orrore di tutto il ‘900, a qualcosa di interiore, di terribilmente intimo, umano. Non è nostra intenzione mettere in scena la figura di Adolf Hitler, non vogliamo cucire una divisa e farla indossare ad un attore per portarlo a recitare, a interpretare, a personificare o più probabilmente a scimmiottare Hitler. Sarebbe una pazzia e un fallimento di intenti, una mancanza di gusto e altro ancora. Ci interessa, invece, intraprendere una riflessione sul male.»

 Con questo spettacolo si conferma l’alto livello qualitativo del cartellone, in cui performance di richiamo internazionale si mescolano ai lavori di interessanti talenti locali.«Il festival vuole essere un luogo di elaborazione del complesso rapporto tra linguaggi artistici e spazio pubblico – dice Peppe Biscaglia, tra i curatori del Festival – L’idea è quella di costruire una cornice di eventi unici nel Mezzogiorno d’Italia per le forme artistiche della danza urbana e delle arti performative, coniugando in questo modo i linguaggi artistici e dello spettacolo con il tessuto urbano della città.»

 La formula, consolidata negli anni, sembra funzionare. «Il successo del festival – continua Biscaglia – si evidenzia con l’attesa e la partecipazione di un pubblico sempre più vasto che si affianca a una platea di affezionati che ci seguono con attenzione in tutto quello che facciamo. Ci provengono richieste di partecipazione al festival da compagnie e artisti di tutta Europa a sottolineare la buona reputazione e la serietà che il festival mantiene.» 

A ridosso dello spettacolo, nei giorni seguenti, sono previsti ulteriori momenti di riflessione sui contenuti del festival e dello spettacolo.

 

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