Comprendiamo le difficoltà dell’Ente Provincia. Capiamo il grave problema delle risorse finanziarie sempre decrescenti. Solidarizziamo con quanti sono costretti ad operare in un contesto ormai delegittimato. Ma a tutto c’è un limite,
che è quello di non essere capaci di programmare almeno un minimo di intervento su strade importanti, ridotte a tracciati che ormai hanno dimenticato la sicurezza per gli utilizzatori delle stesse.
Questa volta, dopo che ci siamo già occupati della strada provinciale “Ceramello”, per la quale stiamo completando la apposita petizione popolare da consegnare al presidente della Provincia di Matera, De Giacomo, è il turno della strada, sempre provinciale, che dalla Val d’ Agri porta al comune di Tursi.
Anche qui assenza totale della segnaletica orizzontale, di quella verticale, dissestata in più unti, cunette inesistenti.
Insomma un altro tracciato che di provinciale e di sicuro non ha più niente da mostrare.
E sono tantissimi gli automobilisti che la frequentano quotidianamente, atteso che tale asse porta non solamente a Tursi, ma raggiunge la fondo valle Sinnica, dunque tratto stradale di enorme interesse.
Ed invece, sembra essere divenuto di moda non occuparsi più di viabilità.
E a quanti in questi ultimi anni hanno applaudito e tifato per la dismissione dell’Ente Provincia, con tutte le sue funzioni, oggi diciamo a costoro che hanno preso un bell’abbaglio.
Confondendo il cosiddetto risparmio con la soppressione di competenze vitali per le comunità, senza sapere ancora chi dovrà gestirle in futuro.
Non serve a niente la maledetta razionalizzazione, che altro non è se non un taglio alla cieca, che colpisce anche là dove non deve colpire.
Aumentando i rischi, in questo caso stradali. Oppure degli edifici scolastici.
Oppure il mancato controllo ambientale, e cosi via.
Non serve a niente piangere dopo ogni tragedia.
Come non serve a nulla elargire fondi regionali e nazionali per cose futili.
Siamo ormai all’effimero, al cloroformio festaiolo targato Firenze- Lauria.
Al consumo di ingenti somme che non lasciano traccia alcuna, se non la riverenza e il ringraziamento dei soliti amici, da chiamare a raccolta, come falangi, nelle battaglie elettorali.
Invitiamo, ancora una volta, il presidente della Provincia di Matera ad intervenire personalmente, magari con l’ausilio del suo assessore (delegato) al ramo, intanto facendosi un giro sui percorsi di sua competenza ( lungo i 1500 kilometri di rete provinciale) per poi andare a sbattere i pugni con forza verso la Regione Basilicata e il governo nazionale, suoi sodali politici.
Perchè se un ente debba esistere in modo residuale solamente per tenere fede alla ripartizione territoriale prevista dalla carta costituzionale sino al prossimo referendum (che certamente i signori del centrosinistra perderanno nel prossimo autunno), è bene i presidenti delle province italiane si dimettano in massa sin da ora.
Se hanno ancora coraggio ed orgoglio politico.
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