A SAN MAURO FORTE, BORGO DEL MATERANO, LA TRADIZIONALE SFILATA DEI CAMPANACCI SEGNA L’INGRESSO DEL CARNEVALE. I BENEFICI RINTOCCHI DEI ‘LIBERI SUONATORI’ ANIMANO LE SPERANZE DELL’INTERO PAESE PER IL NUOVO ANNO.

 

Il fragore dei campanacci per allontanare gli spiriti maligni e propiziare la fertilità dei campi da cui dipendeva la sopravvivenza dell’intera popolazione: ha origini pagane la tradizionale sfilata dei”Campanacci”di San Mauro Forte, legata all’antico rito della transumanza.
Solo più tardi,col cristianesimo,il rito assume una diversa valenza religiosa: onorificenze votive in onore di S. Antonio Abate.
I “campanacci” sono proprio le tipiche campane che, ancora oggi, possiamo vedere cingere il collo dei buoi che pascolano sui monti dell’entroterra lucano.
Il 15,16,17 gennaio, uomini e donne,grandi e piccini, dopo i doverosi tre giri intorno alla chiesetta di San Rocco che custodisce l’effigie di Sant’Antonio, si riversano nelle vie e per le piazze.
Ricurvi sotto il peso dei campanacci, armati di mortai di bronzo e di rudimentali tamburi,i ‘liberi suonatori’ agitano i loro strumenti, a rinnovare le antiche tradizioni, ricche di valenza e potenzialità magico-protettivo.
Il rumore metallico e tenebroso pervade le strade e si fa sempre più intenso e assordante nei vicoli, si espande nelle piazze per andare poi a mo¬rire lontano.
Si placa quando i girovaghi campanari sostano per concedersi un bicchiere di vino, offerto nelle cantine di generosi oblatori o nei punti di ristoro appositamente predisposti lungo il percorso. Qui è possibile degustare piatti tipici della tradizione come le ‘orecchiette con rafano e peperoni cruschi’,salsiccia ed altri prodotti che si ricollegano all’uccisione del maiale, rito della civiltà rurale, legato alla tradizione del “campanaccio.”
giovanna colangelo

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