Venti candeline. Sono quelle che spegnerà la Basilicata Jazz Orchestra mercoledì 20 giugno al Teatro Stabile di Potenza alle 20,30. Uno spettacolo all’insegna della musica, del teatro e del divertimento che scivolerà tra le più belle canzoni della tradizione musicale italiana degli anni ’30, ’40 e ’50, intervallate da gag esilaranti e da ospiti d’eccezione. Bj Orchestra show.

 

 Tutta colpa dello swing è il titolo dello speciale anniversario che oltre alla partecipazione dei musicisti della Basilicata Jazz Orchestra diretti dal Maestro Rocco Pietrafesa, vede la regia di Rocco Messina e la partecipazione di Fabio Pappacena. Uno show prodotto dall’Ente Lucus, nella persona del presidente Salvatore Lacerra, nel quale si è sublimata l’unione alchemica tra due personaggi: Rocco Pietrafesa e Rocco Messina. Insieme, pur provenendo da mondi diversi, sono riusciti a concretizzare ciò che hanno definito un’utopia, un’idea astratta difficile da realizzare, un connubio straordinario grazie al quale una fantasia è diventata realtà. “Un’idea nata mesi addietro per festeggiare i tanti anni di attività insieme a tutti i componenti dell’orchestra, ha detto Rocco Pietrafesa. La BjO, nata nel ’92, è infatti un laboratorio aperto nel quale sono transitati numerosi musicisti e la presenza dell’ente Lucus è stata importante perchè ci ha incoraggiati nel realizzare una forma speciale per festeggiare questa tappa importante.”

Lo spettacolo è nuovo nel genere, una “real fiction”, come ha spiegato Rocco Messina, “in quanto si tratta di un’esatta commistione fra musica e teatro. Una commedia musicale che contiene in se un intero concerto. In breve la sinossi è la seguente: in occasione dei vent’anni di attività della BjO viene organizzato uno spettacolo; la sfortuna vuole che questa serata venga affidata ad un presentatore maldestro che ne combina di tutti i colori e le cose non vanno come ci si aspettava.”

Le radici della BjOrchestra Formazione sono ben più profonde e permettono di scavare in un passato potentino sconosciuto ai più. “Già alcuni anni prima, racconta Rocco Pietrafesa, avevamo dato il via a questa attività con un caro amico, Nicola Latronico, organizzatore di eventi jazz in città. Provavamo in un container a Bucaletto e il primo pezzo che provammo per un anno intero fu Blue Moon in chiave swing. Era un brano difficile, l’arrangiatore era un batterista di Pippo Baudo, e noi avemmo questo spartito per vie traverse. Poi nel ’92 ci costituimmo ufficialmente con un caro e fraterno amico, Pino Paciello, che prese le redini di Latronico nell’organizzazione di eventi jazz in regione. In realtà l’orchestra è nata molto tempo prima perchè in formazione ci sono musicisti che sin da piccoli avevavo militato in quelle dei loro genitori. Negli anni ’50, a Potenza, c’era un’orchestra che faceva capo a Gerardo Montecalvo, papà del nostro pianista Giovanni e zio di Toni De Giorgi, c’era il papà di Olindo Linguerri, c’era mio padre e quello del sassofonista Raffaele Varlotta che suonava la batteria. Un’orchestra che già negli anni ’50 amava eseguire brani swing. Tutto questo si mescolava poi con le nostre tradizioni, come quella bandistica, e con il desiderio di sprovincializzare il repertorio e confrontarsi con il mito americano.”

Lo spettacolo ha due attori protagonisti, come svela il regista Rocco Messina. “Uno è il maestro Rocco Pietrafesa e l’altro è Fabio Pappacena, un attore lucano molto bravo che ho voluto fortemente perchè ha saputo interpretare benissimo questo personaggio. Un ruolo non facile perchè nello spettacolo non è sempre riconoscibile il limite tra finzione e realtà. Fabio ci è riuscito, lo ha fatto suo ed è riuscito a dare un’anima al personaggio. Rocco, ha proseguito Messina, è stata la rivelazione perchè per lui, che è musicista e non aveva mai fatto l’attore, è stato innanzitutto difficile convincerlo. Poi è entrato nella parte ed è stata un’esperienza molto bella. Ci sono poi delle sorprese perchè è una serata speciale dedicata all’orchestra, ci sono dei filmati con alcuni ospiti invitati a partecipare in qualche modo allo spettacolo.”

Il repertorio è molto accattivante e vuol essere un inno anch’esso all’unità d’Italia, ripercorrendo fatti e vicende che ne hanno caratterizzato il cammino. Il maestro Pietrafesa, sulla scia del sogno americano e della canzone degli anni ’50, ha scelto di interpretare lo stile “little Italy”. “Un genere legato all’emigrazione degli italiani in giro per il mondo e che non dimenticano la loro Italia, ha precisato Pietrafesa. Una nuova cultura musicale avviata tra gli anni ’40, ’50 e ’60, destinata a diventare uno stile internazionale grazie alle figure carismatiche di Carosone, Buscaglione, Modugno che segnano un modo nuovo di fare la canzone italiana. Non più “piagnona” come “Buongiorno tristezza”, ma una canzone che diventa teatrale all’insegna dello swing, un ritmo proibito nel corso ventennio, che ritorna in maniera prepotente negli anni a ridosso del boom economico. L’avvento poi dei media verso la fine degli anni ’50 ha permesso a questo repertorio che occhieggia all’America e alla modernità, di diventare nazional-popolare raggiungendo ogni angolo di Italia. Contribuendo a cementare e unire l’Italia, una nazione che non si prende sul serio e che determina la nascita del made in Italy.”

Il connubio nato tra i due impavidi Rocco è nato quasi per caso. “Una sera Rocco Pietrafesa mi è venuto a trovare nello studiolo di Carlo Ostuni (musicista della BjO), ha raccontato Rocco Messina, parlandomi della BjO e voleva qualcosa in più che desse un’ulteriore spinta allo spettacolo. Io non ho rivoluzionato nulla, ho voluto che il concerto restasse lo stesso. Tutto ciò che succede avviene negli spazi tra un brano ed un altro, quando entra il personaggio impersonato da Fabio Pappacena, con il quale il maestro Pietrafesa in un primo momento cerca di fare buon viso a cattivo gioco e dopo inevitabilmente perde le staffe perchè succedono cose particolari. L’esibizione dunque non è stata toccata in fase di scrittura, anche per una questione di rispetto per l’orchestra che ha una tradizione molto grande”.

L’orchestra, formazione molto simile a quella delle prime orchestre americane dello swing, in particolare di quella di Duke Ellington, è composta da sei fiati e dalla sezione ritmica.

Il debutto è ad ingresso gratuito, con obbligo di prenotazione, fino ad esaurimento dei posti. Pertanto sarà possibile accedere in teatro solo a seguito di prenotazione, da effettuare entro il 19 giugno (escluso festivi e prefestivi), chiamando al numero 0971.22708 nei seguenti orari la mattina (dalle ore 10,30 alle 13,30) o il pomeriggio (dalle 16,30 alle 19,30).

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