Ricomporre un nuovo blocco sociale su cui fondare un diverso modello di sviluppo e un progetto di governo delle risorse, pacifico, egualitario e ambientalista.
Mancano 27 giorni alla data di scadenza per la presentazione delle liste alle prossime amministrative ed ancora ci si continua a confrontare sulle ipotesi di alleanza, fra le forze che sono interessate a costruire una nuova alleanza in Basilicata, capace di ricostruire su un terreno nuovo un alleanza di centro sinistra.

Un’esigenza politica che, partendo dalla consapevolezza che nell’arco di questi ultimi quattro anni, sono intervenute scomposizioni (con effetti devastanti a sinistra) e ricomposizioni nelle forze dell’originario schieramento di centro sinistra, rende indispensabile, prima ancora di parlare di candidati, come purtroppo alcuni sanno solo fare, verificare su quale terreno politico e programmatico, si costruisce una nuova alleanza in grado di dare risposte concrete ai cittadini lucani. Solo una chiarezza di una intesa politica netta in questa delicata fase, potrebbe scongiurare una ipoteca negativa anche in vista delle future elezioni regionali.
Ai tavoli regionali e provinciali promossi dal PD, abbiamo, come forze di sinistra, (sinistra e libertà) posto la necessità di definire il perimetro dell’alleanza fuori da tatticismi superando la vecchia politica basata prevalentemente, se non esclusivamente, su equilibri organigrammatici.
Per noi, la sottoscrizione del codice etico europeo, la riduzione dei costi della politica (numero assessori e prebende), la costruzione di un sistema di regole capaci di rendere trasparenti tutte le nomine in enti e strutture pubbliche – e, quindi, tale da superare le logiche di spartizione politica – unitamente ai punti programmatici su temi fondamentali, quali lavoro e ambiente, possono essere i fattori distintivi e fondanti per la costruzione di una nuova alleanza.
Costruire un percorso condiviso per l’individuazione dei candidati Presidenti e Sindaci, significa che coloro i quali guideranno l’alleanza, saranno garanti e responsabili in primis, dell’attuazione dell’intesa politica/programmatica raggiunta fra le forze politiche.
Le difficoltà, in primo luogo del PD, considerato che è il maggior partito, ad essere punto di equilibrio fra centro e sinistra dell’eventuale futura alleanza, nonché l’assenza di un’unica posizione dei suoi gruppi dirigenti, ci hanno portato ad avanzare una proposta di mediazione al tavolo regionale sull’ipotesi di primarie che, pure non ci appassionano tanto, ma che, se realizzate su regole condivise e con candidati veri, sbloccano una discussione tutta incentrata (purtroppo) su veti, tatticismi e interessi personali. Gli stessi che sono stati alla base dell’implosione del centro sinistra uscito vincente alle ultime elezioni amministrative.
Alla sinistra interessa rilanciare la politica quale strumento di cambiamento profondo dell’attuale modello di sviluppo, rimettendo al centro il lavoro, l’ambiente e i diritti.
Una sinistra che sia capace di dare voce e rappresentanza a chi oggi si sente solo, ha un futuro incerto e molto spesso non è libero di esprimersi perché non è libero dai bisogni. Una sinistra, non salottiera e di testimonianza, capace di dare rappresentanza politica all’unica opposizione sociale oggi esistente nel paese fatta da quei milioni di cittadini, lavoratori, studenti, precari e pensionati che sono scesi in piazza contro le politiche del Governo. Costruire l’alternativa alle destre ed un progetto alternativo di società, passa attraverso la capacità, in primo luogo della sinistra, di lavorare alla unificazione dei diversi bisogni ed interessi ricomponendo un nuovo blocco sociale alternativo a quello rappresentato da lega e PDL, in un rapporto competitivo sul terreno politico e programmatico con tutte le forze interessate a battere Berlusconi, a partire dal partito democratico.
 

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