La Chiesa lucana è in festa per l’ordinazione di quattro nuovi diaconi permanenti con la cerimonia officiata dall’arcivescovo monsignor Agostino Superbo che si svolgerà nella Cattedrale di Potenza il 27 novembre alle 18, prima domenica di Avvento e giornata diocesana di preghiera per le vocazioni laicali.
La celebrazione sarà anticipata da una veglia di preghiera che avrà luogo nella Chiesa di San Pietro e Paolo (rione Francioso) il 25 novembre alle 20. Un percorso lungo cinque anni, durante il quale i quattro candidati Giuseppe Calace, Giovanni Cozzi, Marco Fasulo e Francesco Sassano hanno seguito un percorso di discernimento e di formazione spirituale e culturale, normato dagli “Orientamenti per un itinerario di formazione per i diaconi delle Chiese di Basilicata, approvato ad experimentum per cinque anni dalla Conferenza Episcopale di Basilicata (Ceb). L’itinerario, diviso in due momenti fondamentali, il discernimento (primi tre anni) e la formazione specifica (ultimi 2 anni), prevede ritiri spirituali nei fine settimana, esercizi spirituali annuali, incontri nelle case dei partecipanti al cammino, il tutto con le proprie famiglie. Nel tempo del discernimento inoltre si prevede la frequenza ai corsi dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose per il conseguimento della laurea. A tutto questo si aggiungono gli incontri settimanali specifici per la formazione umana, pastorale e culturale. Una formazione curata dal delegato diocesano per la formazione dei diaconi permanenti don Massimiliano Scavone. a cui si sono aggiunti assidui dialoghi con i direttori spirituali, lo svolgimento di servizi presso le comunità parrocchiali e la collaborazione per lo svolgimento di mansioni diocesane, preparazioni mirate al ricevimento dei ministeri ecclesiali del lettorato e dell’accolitato. Un itinerario molto articolato e impegnativo, ma indispensabile per formare persone chiamate a svolgere il ruolo di ponte tra clero e laicato, le due componenti della Chiesa cristiana. Il conformarsi a Cristo servo per far parte della ‘Chiesa del grembiule’ tanto cara a don Tonino Bello questo l’obiettivo comune perseguito sia dai quattro futuri diaconi sia dalla curia arcivescovile di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, che li ordina a distanza di 11 anni dagli ultimi diaconi permanenti nominati in Basilicata. L’auspicio è che in un momento di grande difficoltà, le vocazioni che hanno condotto alla grazia sacramentale dell’ordinazione possano contribuire a restituire fiducia e speranza nel messaggio evangelico affidato alla Chiesa e ai suoi ministri.
SCHEDE CANDIDATI
Giuseppe Calace, 56 anni, medico di Pignola, sposato con Anna, padre di Michele e Valentina. Responsabile dell’associazione onlus Ave Maria. Svolge volontariato da molti anni nell’Ospedale san Carlo e servizio pastorale parrocchiale.
Giovanni Cozzi, 56 anni, informatico dipendente del ministero per i Beni culturali, sposato con Carmela, padre di Nicola e Michele, impegnato nella pastorale parrocchiale, capo-scout del gruppo Agesci ‘Potenza 2’ .
Marco Fasulo, 39 anni, giornalista professionista dell’ufficio stampa del Comune di Potenza, sposato con Valeria e padre di Andrea e Jacopo. Impegnato nella pastorale parrocchiale e nell’ufficio comunicazioni sociali della diocesi.
Franco Sassano, 68 anni, funzionario della regione Basilicata in pensione, sposato con Maria Rosaria, padre di Giuseppe e Stefano e nonno di Francesco. Impegnato nella pastorale parrocchiale e nel volontariato vincenziano.
SCHEDA DIACONATO:
Il ministero del diacono, chiamato a “credere sempre ciò che proclama, insegnare ciò che crede, vivere ciò che insegna”, è essenzialmente differente del ministero sacerdotale e da quello episcopale ed è, insieme a questi, una espressione dell’apostolicità della Chiesa. Negli ultimi decenni il laicato è andato crescendo nella Chiesa, e individuato come membro della Chiesa con una missione evangelizzatrice nel mondo. Le necessità pastorali della Chiesa hanno spinto il Papa e i vescovi a chiamare laici e persone di vita consacrata ad adempiere la funzione di insegnare e santificare. Ma in questo interessante momento, e senza togliere nulla a questi ministeri laicali, il Concilio Vaticano II restaura il diaconato come ministero permanente nella Chiesa. L’imposizione delle mani crea il diacono come ministro ordinato che, senza essere sacerdote, non è un laico, ma ordinato. L’istituzione del diaconato venne dal Nuovo Testamento. E’ noto il Protomartire, il Protodiacono Santo Stefano. San Luca, negli Atti degli Apostoli, dice che questi hanno imposto le loro mani su “sette uomini di buona fama, pieni di Spirito Santo e sapienza” che sollevarono gli apostoli delle preoccupazioni temporali affinché potessero dedicarsi all’orazione e alla predicazione (At. 6,3). La parola diacono viene dal greco ‘diaconia’: ministero/ministro o servizio/servo. Nei primi anni della Chiesa il diaconato emerse come ufficio ben definito. San Paolo nella lettera ai Filippesi, scritta verso l’anno 57, fa riferimento ai diaconi come ordine nella Chiesa (Fil. 1,11). Egli parla dettagliatamente di essi nella prima lettera a Timoteo (1 Tim. 3,8-10; 12-13). Come Santo Stefano, il protomartire che predicò presso il sinedrio, e San Filippo che catechizzò l’eunuco etiope, i diaconi sin dall’inizio si dedicarono unicamente al servizio della mensa. L’Ordine Sacro consacra il diacono al ministero di Cristo Servo. Il diacono riceve il sacramento dell’Ordine affinché serva come ministro alla santificazione della comunità cristiana in comunione gerarchica con il vescovo e i presbiteri. Al ministero del Vescovo, e in modo subordinato a quello dei presbiteri, il diacono presta un aiuto sacramentale. Il diacono non è sacerdote, il suo ministero è servire. Il ministero diaconale è triplice. Il diacono si ordina per il ministero della parola, della liturgia e della carità. Ministeri triplice perché nel diacono, essendo – come è – persona, questi tre uffici sono concentrici attorno a Cristo Servo. Nelle ordinazioni episcopali, presbiterali e diaconali del rito bizantino si utilizza lo stesso (identico) testo consacratorio per le tre ordinazioni, inserendo le parole di “vescovo”, “presbitero” o “diacono” secondo convenienza. Il Vescovo, successore degli apostoli, gode dell’ufficio di annunziare il Vangelo. I presbiteri dividono quest’ufficio con il Vescovo. Ma i diaconi, che non ricevono l’ordinazione sacerdotale, ricevono nella ordinazione diaconale, come ministri di Cristo Servo, l’ufficio di predicare il Vangelo e di annunziarlo all’assemblea. Inoltre il diacono deve convertirlo in fede viva, insegnarlo e compierlo. Quando il Vescovo ordinante procede alla “traditio istrumentorum” dell’ordinazione diaconale, risuonano le parole “sei stato costituito messaggero” del Vangelo di Cristo. Il diacono, dal momento della sua ordinazione riceve dal Vescovo, successore degli apostoli, l’imperativo di annunciare il Vangelo. Lo Spirito dei sette doni che si conferisce mediante l’ordinazione è quello di intelligenza, consiglio e fortezza, scienza, pietà e santo timore di Dio (Is. 11, 2-4). Il diacono manifesta presso la Chiesa la sua diakonía quando la riassume sacramentalmente nella liturgia. Proclama al popolo il Vangelo e pronuncia le preghiere proprie del suo ufficio. La funzione liturgica del diacono non è inerente solo ai sacramenti del battesimo e del matrimonio, il diacono serva l’assemblea, il celebrante e gli altri ministri. Nelle cerimonie “assiste i sacerdoti e rimane sempre accanto loro; sull’altare serve il messale e il calice; se non ci sono altri ministri, compie le funzioni loro assegnate secondo le necessità” (Norme sul Messale Romano, 127). Oltre al ministero della parola e quello liturgico, è compito del diacono il “ministero della carità”. A questo ministero si riferisce l’elezione del “primi diaconi” fatta dagli apostoli, fra i quali si trovava Santo Stefano. L’incontro con Dio, che è amore, porta all’incontro amoroso con il prossimo. Il diacono è stato ordinato e consacrato per essere sacramento, segno vivo ed efficace del ministero e del servizio di Cristo nella Chiesa. Il diacono deve sempre ricordare che lui è il segno visibile di Cristo Servo in questo mondo. Il diacono, ministro dell’altare, è la privilegiata rappresentazione del rapporto tra Eucaristia (conversione e comunione) e la lotta per la giustizia sociale.
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